Ecologia Viterbo, la guerra dei rifiuti finisce davanti all’Antitrust

Rifiuti
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Venerdì 3 Dicembre 2021, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 4 Dicembre, 15:12

La guerra dello smaltimento rifiuti finisce davanti all’Antitrust. Sotto accusa Ecologia Viterbo. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deliberato di avviare un procedimento nei confronti di Ecologia Viterbo, per accertare un presunto abuso consistente nel rifiuto ingiustificato di garantire accesso alla propria discarica a Rida Ambiente (operatore attivo nella fase del trattamento dei rifiuti che necessita di conferimento in discarica).

Per capire come un procedimento di questo tipo, è necessario un passo indietro. E avere un quadro d’insieme di riferimento. Ecologia Viterbo ha una discarica nell'Alta Tuscia. Una discarica che secondo i piani del Campidoglio e dell’Ama avrebbe dovuto avere un ruolo fondamentale per risolvere la complicatissima vicenda dei rifiuti romani. Come? Aprendo le porte dell’impianto viterbese a 300 tonnellate al giorno di rifiuti trattati dall'impianto di trattamento meccanico biologico della Rida Ambiente, azienda pontina.

Peccato che, nonostante un’iniziale intesa, la società di Cerroni a novembre abbia declinato l’offerta dando il via a una serie di ostacoli per evitare che la società pontina riuscisse a trattare e conferire rifiuti. Davanti agli ostacoli burocratici messi dalla Ecologia Viterbo, la Rida ha chiamato in causa l’Antitrust giocando la carta della concorrenza sleale sul mercato.

La società pontina sostiene che la “rivale” viterbese abbia abusato, della sua posizione dominante sul mercato, per farla fuori.

«La condotta di Ecologia Viterbo - si legge nel provvedimento -, tesa ad ostacolare l’accesso di Rida alla propria discarica, appare configurabile nei termini di abuso di posizione dominante posto in essere sul mercato regionale dello smaltimento degli scarti in discarica, nella forma del rifiuto a contrarre. L’interesse di Ecologia Viterbo ad escludere Rida sembra legato sia alla circostanza che si tratta di operatori direttamente concorrenti nel mercato, sia all’ipotesi, in merito all’esistenza di una comunanza di interessi tra Ecologia Viterbo e altre società attive nel trattamento e nello smaltimento di rifiuti indifferenziati nel Lazio, e, dunque, ad un più ampio possibile intento di monopolizzazione dell’intera filiera regionale».

Insomma, la società viterbese non accoglie i rifiuti romani che dovrebbe trattare la ditta pontina. La domanda è una sola: Chi ci guadagna? Perché senza trattamento i rifiuti finiscono altrove, generando probamente altri costi e altri ricavi.

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