’installazione itinerante è infatti una scultura in bronzo che ritrae a grandezza naturale le figure di Edward Snowden, Julian Assange e Chelsea Manning, in piedi su tre sedie. E di fianco un’altra sedia, però vuota: è un invito a chi si trova nei paraggi a salirci sopra, prendendo posizione al fianco dei tre. Che sono uomini controversi poiché per scelta, e nel segno della libertà, hanno sfidato il potere e ne stanno pagando le conseguenze.
“Anything to say?”, un’opera che suona come una domanda: niente da dire? L’artista la descrive così: «Ho scelto di realizzare un monumento pubblico temporaneo – dice Dormino – una scultura virale, comprensibile e capace di esprimere un concetto: il coraggio di voler sapere». Come Assange, Snowden e Manning. «Si muove perché è il monumento di tutti, non di un credo politico o religioso, non di un paese solo. Il coraggio di uomini come loro – continua – è per tutti. La sedia ha un doppio significato, può essere comoda ma anche piedistallo per salire più in alto e cambiare il punto di vista».
Su quella sedia vuota sono già saliti in molti. La scultura ha viaggiato da Berlino (Alexanderplatz) a Dresda a Parigi – qui oggetto dei vandali che l’hanno deturpata, ma dove è salita anche l’attrice Catherine Deneuve – fino a Strasburgo. Adesso tocca all’Italia. Per avere anche qui qualcosa da dire. Dormino parteciperà anche alla discussione “Da Wikileaks a Snowden: proteggere le fonti nell’era della sorveglianza di massa”.
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