“Ci aspettiamo una risposta capace di dimostrare le serie motivazioni per cui gli ingressi scaglionati non si possono superare”. Non, insomma, l’ennesimo tavolo in cui ribadire problemi già noti senza però che qualcuno metta in campo la soluzione.
Per la prima volta a livello provinciale, l’associazione nazionale presidi scrive a Prefettura, Regione Lazio, all’Ufficio scolastico regionale, alla Provincia di Viterbo e all’Atp (ex Provveditorato). “Il mantenimento del piano trasporti emergenziale, in un momento in cui i contagi sono contenuti, le vittime si avvicinano alle soglie fisiologiche e la campagna vaccinale miete successi – sostiene Maria Antonietta Bentivegna, presidente dell’Anp – ci lascia perplessi”. Eppure, nonostante le denunce e le manifestazioni come quella di ieri che ha raccolto centinai di studenti da tutte le superiodi della Tuscia, per ora resta la doppia entrata alle 8 e alle 9,40 (unica deroga concessa al Cardarelli di Tarquinia).
I problemi causati dall’orario? “Andirivieni continuo all'ingresso e – denuncia Bentivegna - uffici di presidenza subissati di richieste di permesso permanente di uscita anticipata da parte di coloro che, costretti a uscire a pomeriggio inoltrato, sono condannati ad arrivare a casa di sera, senza possibilità reali di studio, di svago e di vita sociale. E non dimentichiamo neppure che gli stessi disagi sono vissuti in prima persona dai docenti e da tutto il personale scolastico”.
La capienza dei bus, lo scorso anno del 50%, ora è stata elevata all’80.
“Gli studenti e le famiglie ci chiedono ogni giorno di rappresentare la loro voce e il loro disagio e noi dirigenti scolastici, pur fedeli servitori dello Stato, non possiamo esimerci dal prendere parola sull’argomento e lo facciamo - conclude - tornando a proporre innanzi tutto l’abbandono della doppia fascia e, in subordine, l’affidamento della definizione degli scaglioni orari all’autonomia delle scuole”.