Discarica, nessuna osservazione per il nuovo invaso. Solo l'Arpa chiede chiarimenti

Discarica, nessuna osservazione per il nuovo invaso. Solo l'Arpa chiede chiarimenti
di Simone Lupino
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Mercoledì 7 Dicembre 2022, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 13:14

Chi si aspettava le barricate, quelle burocratiche si intende, rimarrà deluso. Neanche una osservazione è arrivata in Regione Lazio contro la richiesta di ampliamento della discarica di Monterazzano presentata da Ecologia Viterbo lo scorso luglio e che, come ormai noto, prevede la realizzazione di un nuovo invaso di 960mila metri cubi (circa 1,1 milioni di tonnellate in più di rifiuti).

Niente da parte di Comuni, associazioni (ambientaliste e non) e cittadini negli atti del procedimento. I trenta giorni di tempo per portare a conoscenza l’Area Via di eventuali fattori ostativi al progetto sono scaduti il 10 novembre scorso, così come prevedeva l’avviso pubblicato sull’albo pretorio del Comune di Viterbo. Si è fatta sentire invece l’Arpa, con la richiesta di alcune integrazioni documentali rispetto alle carte già prodotte, alla quale la società che gestisce l’impianto dovrà rispondere. Dopodiché si aprirà la conferenza dei servizi.

Nulla da eccepire in terra di Tuscia contro la discarica. Già questa di per sé sarebbe una notizia: ovunque infatti la possibile realizzazione di nuovi impianti per smaltire rifiuti porta con sé qualche malumore. E' quasi fisiologico. Ma l’aspetto che colpisce di più è un altro: ovvero la distanza tra il dibattito sui rifiuti da una parte e la realtà dall’altra. In questi anni sull’invasione della “monnezza da Roma” che ha portato la discarica nello stato attuale, prossimo all’esaurimento, e quindi alla necessità di costruire un nuovo invaso, si sono spesi fiumi di parole, consigli comunali, interrogazioni, manifestazioni di politici e amministratori davanti ai cancelli della discarica.

Ebbene, se la battaglia era questa, quale occasione migliore per far sentire la voce del territorio? Non contro la discarica, che fa il suo lavoro. “Abbiamo concepito il nuovo invaso in funzione esclusiva delle province di Viterbo e Rieti - aveva spiegato l’ad di Ecologia al Messaggero alcuni giorni fa – ma siamo solo operatori.

Non decidiamo noi. Basta però che ci dicano prima quello che vogliono fare, perché altrimenti dobbiamo organizzarci”.

Invece, ricapitolando: niente richieste di integrazioni documentali da parte del Comune di Viterbo e della Provincia ad agosto, come già rivelato dal Messaggero (legittimo ovviamente se era tutto chiaro); nessuna osservazione ora da parte di Provincia e Comune, al di là del parere che i due enti saranno chiamati a esprimere in conferenza dei servizi, e neanche dagli altri Comuni (tutto ok per i Consigli?); nessuna osservazione da partiti, associazioni e cittadini, tra questi ultimi però va detto che non tutti conoscono le procedure o hanno dimestichezza con l’albo pretorio.

Mentre nella Tuscia tutto tace, basta fare un giro sul web per vedere come nelle altre province - che non hanno ancora individuato i siti per i propri impianti (per il termovalorizzatore di Roma a Santa Palomba si parla invece del 2026) - tutti diano per scontato che il nuovo ampliamento della discarica viterbese servirà a garantire i conferimenti laziali anche per il futuro prossimo.

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