Sito rifiuti plastici ad Arlena, scontro Cascianelli-Paterna. Il sindaco: «L'iter è pubblico da due anni»

Sito rifiuti plastici ad Arlena, scontro Cascianelli-Paterna. Il sindaco: «L'iter è pubblico da due anni»
di Simone Lupino
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Mercoledì 7 Giugno 2023, 05:20

Rifiuti, il sindaco Publio Cascianelli difende il progetto della società Med Sea Litter ad Arlena di Castro e rivela che non sarà presente alla riunione organizzata oggi in Regione da Valentina Paterna (commissione ambiente). «Non sono stato invitato, ma avrei partecipato volentieri. Cosa penso? Mi sembra tutta una strumentalizzazione politica».
E’ scontro sulla piattaforma per il riciclo di rifiuti plastici (marini e imballaggi da raccolta differenziata) con annessa discarica da 806mila metri cubi che dovrebbe sorgere in località Banditaccia. «Una discarica di servizio per stoccare esclusivamente lo scarto non riciclabile, voglio rimarcarlo – dice Cascianelli -. Non accoglierà rifiuti pericolosi o di altra natura. E non sarà la discarica del Lazio. La determina regionale lo spiega in modo chiaro».


Paterna ha dichiarato che vuole scongiurare il rischio che “la Tuscia diventi il ricettacolo dei rifiuti del Lazio”. Mentre dalla vicina Tuscania il sindaco Fabio Bartolacci e la Lega si dicono “pronti a tutelare il territorio”. Lei, sindaco Cascianelli, parla di strumentalizzazione politica, perché?
«Perché è tutto pubblico dal primo giorno sul sito della Regione.

L’iter è durato due anni, più dei 120 giorni previsti dalla norma, ma è stato un bene, è giusto passare i progetti ai raggi X». Il Messaggero ne scrisse dopo l’ultima riunione della conferenza dei servizi che aveva raccolto i pareri postivi degli uffici della Regione, di Provincia e Comune. Il sindaco preferì non rilasciare dichiarazioni prima della pubblicazione degli atti sul bollettino regionale.

«La conferenza dei servizi si concluse il 18 novembre 2022, la compatibilità ambientale invece è arrivata lo scorso 23 maggio – ricostruisce Cascianelli -. Il nuovo governo regionale si è insediato a inizio marzo. Invece sembra che se ne accorgono solo oggi. Paterna ha anche detto che è stata una scelta portata avanti dalla Giunta Zingaretti, ma si tratta di iter amministrativi, che esulano dalla politica. Con lo stesso criterio si potrebbe dire che è un progetto concluso dalla giunta Rocca. Non è così ovviamente».

E per i comuni limitrofi c’era la possibilità di intervenire prima?
«Certo. Le faccio un esempio. Attualmente è in corso alla Regione la procedura di Via per un altro progetto sempre ad Arlena che prevede la realizzazione di un biodigestore, siamo alle battute finali. In questo caso, i sindaci dei comuni intorno hanno chiesto e ottenuto di poter partecipare alla conferenza dei servizi dove hanno già espresso il loro parere contrario, così come la nostra amministrazione».

Perché avete accettato di ospitare l’iniziativa della Med Sea Litter?
«Abbiamo fatto delle riunioni, non siamo degli sprovveduti. Arlena mi sta nel cuore altrimenti non avrei fatto l’amministratore per 40 anni. Ci vivo e ci ho investito. Ho anche dei nipoti che abitano qui. Lo stesso posso dire dei consiglieri, non accetteremmo mai rifiuti pericolosi. Crediamo nella bontà di questo progetto, oltre ad essere positivo per l’ambiente porterà benefici alla popolazione».

Seicentomila euro all’anno di royalties sono una somma enorme, come pensate di spendere questi soldi?
«Abbasseremo le tasse e metteremo in atto strategie socio-economiche per cercare di fermare lo spopolamento del paese, altrimenti destinato a morire. Non realizzeremo cattedrali nel deserto. La piattaforma garantirà 60 posti di lavoro e movimento. Non siamo un comune turistico. In provincia di Pisa il comune di Peccioli ha ottenuto un rilancio ospitando una discarica».

Gli arlenesi come hanno reagito alla notizia?
«L’argomento era stato affrontato in un consiglio comunale che approvò il progetto senza voti contrari. La situazione è tranquilla ma se serve siamo pronti ad organizzare riunioni con la cittadinanza».

Cosa succede adesso?
«Mancano ancora dei passaggi formali per l’autorizzazione finale, la Regione potrebbe annullare tutto in autotutela ma devono emergere gravi vizi di forma. Oppure potrebbero partire ricorsi al Tar sulla base di motivazioni tecniche di peso, non basta dire che prima c’era la Giunta Zingaretti e ora c’è quella Rocca».

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