Derivati, i 700 mila euro annui pagati dal Comune: «Già nel 2014 si potevano contestare»

Derivati, i 700 mila euro annui pagati dal Comune: «Già nel 2014 si potevano contestare»
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Lunedì 27 Luglio 2020, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 18:47
«Ci siamo incontrati nel 2014 e abbiamo consigliato all’amministrazione di contestare il derivato». Mauro Cipriani all’epoca, e anche ora, lavora per la Martingale Risk. Perché poi la cosa non abbia avuto seguito non se lo spiega. «Non si è fatto sentire più nessuno». Fatto sta che il Comune paga 700 mila euro l’anno, mentre altri hanno ottenuto una sentenza favorevole dalla Cassazione.

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I contratti sui derivati sono partiti sotto l’amministrazione Gabbianelli. Il suo successore, Giulio Marini, ha fatto fare una perizia, con esito negativo. Dopo è toccato all’assessore Luisa Ciambella, con Michelini sindaco. «Come avevo detto a quest’ultima – dice Cipriani - i presupposti per contestare il derivato c’erano tutti. Per un mistero inspiegabile, si è passati al silenzio più totale». E’ stato fatto prima un incontro con una funzionaria del Comune a palazzo dei Priori, poi si è deciso di andare a Roma in sede con la stessa persona, più il dirigente Stefano Quintarelli.

«L’assessore Ciambella aveva un impegno e non ha assistito: ho sempre pensato che il resoconto le sia stato riportato in maniera sommaria». Ecco perché. «Avevano portato la perizia fatta fare qualche anno prima da Marini. Gli abbiamo subito detto che avrebbero dovuto spendere meglio i soldi, perché quella non era una perizia, inoltre era stata commissionata a un’azienda che le fa per le banche. Sconsigliava di intraprendere azioni: come avrebbero potuto dargli ragione?».

Da quell’incontro di sei anni fa è emerso «non per mia bocca, ma per quella dell’amministratore Marco Fabio Delzio – continua Cipriani - che il derivato difficilmente avrebbe coperto il rischio. E’ vero che nessuno aveva la palla di vetro, ma era la struttura giuridica e tecnica del derivato che andava contestata. E questo gli è stato consigliato di fare. Erano potenzialmente annullabili. Non abbiamo quindi assolutamente sconsigliato di andare avanti». E poi? «Ci siamo lasciati con l’impegno di rivederci, ma non abbiamo sentito più nessuno».

Oggi si pagano 700 mila euro l’anno di cedola negativa, cioè di remissione, oltre al mutuo. E’ solo la parte di perdita: «Quando ci siamo incontrati nel 2014 erano 900 mila». Cosa dovrebbe fare ora il Comune? «Non dico necessariamente a Martingale Risk, ma dovrebbe dare a chiunque sia serio e non un azzeccagarbugli, un incarico di fare una preanalisi, che non costa nulla, finalizzata a vedere se ci sono elementi di contestabilità. Perché secondo noi i contratti erano annullabili e finora sono stati buttati quasi 5 milioni di euro».

Il Comune potrebbe guadagnarci molto, se la cosa finisse positivamente. «La tendenza delle banche è di transare, in caso di esito positivo dunque non si pagherebbero più 700 mila euro da qui in avanti. Ma se ci fossero presupposti legali gravi – conclude - si può intraprendere un’azione portando a casa anche il resto già versato».
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