Possibile deposito nazionale di scorie radioattive nella bassa Tuscia: il Biodistretto propone di passare la parola ai cittadini. Si fa strada l'idea di una consultazione popolare sul progetto della Sogin, che interessa Vignanello, Corchiano e Gallese. Il presidente del Biodistretto, Famiano Cruncianelli (foto), ha contestato la stessa Sogin e plaude alla mozione approvata in Parlamento (primo firmatario Leu).
«Le dichiarazioni fatte in Commissione di Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati dall'amministratore delegato della Sogin - ha detto Crucianelli - sono di particolare gravità e aprono un problema molto serio su questa scelta. L'affermazione che il Lazio è il baricentro, quindi in posizione privilegiata nella selezione del sito per le scorie nucleari, è in radicale contraddizione con l'impostazione iniziale».
Anche nella mozione, che è stata votata a grande maggioranza nell'aula della Camera, si sottolinea la necessità di un percorso trasparente, partecipato, pubblico e senza pregiudiziali per arrivare alla scelta del sito nazionale.
Il Biodistretto con rigore nel corso dei mesi ha coinvolto esperti e docenti universitari e messo insieme osservazioni che evidenziano gli errori della Sogin, come la non idoneità del territorio per centomila tonnellate di scorie radioattive. «Tutta documentazione ha concluso Crucianelli - disponibile per quanti vorranno occuparsi di questo problema. E' disponibile per i comuni e per i cittadini, perché a loro spetta la ultima e decisiva parola su quale debba essere il destino del nostro territorio e delle nostre comunità»