Crollati tetto e affreschi al Castello Farnese, agonia tra l'indifferenza

Castello Farnese
di Maria Letizia Riganelli
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Domenica 5 Settembre 2021, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 17:00

Crolla il tetto del Castello Farnese a Carbognano, persi affreschi dal valore inestimabile. Lunedì 2 agosto, improvvisamente, il tetto dello storico palazzo residenza di Giulia Farnese, viene giù. Tegole e calcinacci cadono sulla volta del salone principale. Viene sbriciolato il famoso affresco di Giulia con l’unicorno.

Polvere e rumore ma da una prima sommaria ricognizione il palazzo sembra ancora salvo. E' quella parola, "ancora", a cambiare la storia. Quella storia che ha fatto del piccolo centro della Tuscia un gioiello di arte e architettura. Perché nemmeno tre settimane dopo il crollo, il peso dei calcinacci del tetto piombati sulla salone distruggono la volta. Quella affrescata da pittori e artisti accolti nella casa dei Farnese. Una distruzione così imponente che, non solo spazza via l’arte della parte centrale rendendola polvere, ma fa a sua volta crollare il pavimento.

Palazzo Farnese a Carbognano risale ai primi decenni del Duecento. Ristrutturata intorno al Cinquecento, costituisce il perno intorno a cui il borgo è nato e si è sviluppato a livello urbanistico e storico. A partire dal XIV secolo, il Castello divenne insediamento dei prefetti Di Vico e fu poi ceduto a Everso II di Anguillara, nel 1432. Nel 1454 subentrò la Camera Apostolica che lo conservò fino al 1494, quando papa Alessandro VI Borgia lo affidò a Orsino Orsini, marito di Giulia Farnese.

Donna che decise di eleggere come dimora proprio Carbognano. E qui che in ultime nozze, questa volta per amore, visse anni felici.

«Di notevole importanza storica - spiegano le guide turistiche sul luogo - sono gli affreschi, gli stucchi e i fregi architettonici che si possono ammirare nel salone nobile della Rocca di Carbognano». Nel palazzo di Carbognano si poteva ammirare un ciclo pittorico raffigurante delle dame con gli unicorni. A essere spazzato via dal crollo sarebbe stato proprio l’emblematico affresco di Giulia Farnese con l’unicorno. «Una perdita enorme - afferma il sindaco Agostino Gasbarri -, abbiamo perso affreschi dal valore inestimabile». Dopo l’ultimo crollo, che ha spazzato via la storia artistica del Castello di Giulia Farnese, per due volte la Sovrintendenza dei beni culturali è entrata per un sopralluogo. Ma essendo la dimora di proprietà privata l’unica cosa che è stata possibile fare è stare intimare una messa in sicurezza dei luoghi per scongiurare altri crolli. I lavori sarebbero già iniziati. Ma niente potrà mai far recuperare quello che è stato perso in pochi secondi. La sala del trono, coperta da un tetto a volta di affreschi, diventata maceria è un danno inestimabile. Il punto più pregiato del Castello, l’affresco più famoso, la dimora perla di una comunità. Ora restano calcinacci. Polvere e noncuranza.

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