Covid, weekend ancora blindati per i centri commerciali. Confesercenti: «Inaccettabile non avere una data»

Covid, weekend ancora blindati per i centri commerciali. Confesercenti: «Inaccettabile non avere una data»
di Luca Telli
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Domenica 25 Aprile 2021, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 18:58

Centri commerciali chiusi nel weekend, per Confesercenti una decisione inaccettabile. «Discriminate una volta di più le aziende che hanno pagato duramente la crisi», spiega il presidente Vicenzo Peparello.

Una situazione che rischia di ingarbugliarsi ancora di più, la data del 15 maggio indicata come probabile per il via libera ai negozi all’interno delle gallerie commerciali (solo parafarmacie, equiparati, tabaccherie e alimentari potranno aprire) sembra destinata a slittare.

 Nel Decreto Riaperture licenziato appena due giorni fa il punto in questione, la data per la riapertura cioè, non viene specificato. Un omissis legato, con buona probabilità, all’andamento della curva del contagio che ogni quindici giorni sarà valutata dal CTS e dal Ministero della Salute. Aperture o nuove serrate quindi saranno stabilite dai numeri e dal tasso di incidenza su tutto il territorio nazionale con uno spazio di manovra minimo, quasi inesistente, per le Regioni.

 «Fatico a capire una decisione del genere – continua Peparello -. Le imprese hanno speso migliaia di euro per adeguarsi e ora, mentre tutte le attività torneranno lentamente alla normalità con la zona gialla, c’è chi resterà al palo senza sapere quando potrà tornare a lavorare a pieno ritmo. Non possiamo accettare che chi ha risposto con responsabilità, e sacrifici, durante le fasi peggiori della pandemia, non abbia una prospettiva certa».

La chiusura nei giorni prefestivi e nei weekend è una triste realtà con la quale le aziende hanno imparato a convivere.

Un lungo stop che va avanti ormai da 6 mesi con effetti pesanti sui bilanci e probabili ricadute occupazionali visibili con più forza nel secondo semestre dell’anno.

«Alla base del problema ci sono i conti che non tornano – continua Peparello - Perché in tutto questo tempo i costi vivi sono rimasti gli stessi con la differenza che i negozi hanno avuto due giorni in meno per riuscire a coprire le spese. Tutti sanno che nel weekend si concentra il grosso del lavoro, basta questo per avere un quadro della situazione».

Secondo Confesercenti i ristori non sono la strada giusta da seguire. «Palliativi – li definisce Peparello -. Quello che serve è un piano di rilancio serio che permetta alle aziende di autosostenersi».

 La strada più percorribile è quella di un alleggerimento delle misure o quanto meno un’equiparazione a quelle applicata per altri settori. «Non è solo chiudendo le gallerie che si evitano gli assembramenti – conclude Peparello -. Aumentiamo i controlli per permettere a tutti di lavorare in sicurezza, perché seguendo questa linea rischiamo di lasciarci dietro un cimitero di imprese».

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