Covid, prima infusione di anticorpi monoclonali a Belcolle. Crescono i ricoveri, anche da fuori provincia

Uscovid di Belcolle
di Federica Lupino
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Giovedì 1 Aprile 2021, 08:35 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 13:57

Prima infusione di anticorpi monoclonali nel Viterbese. Ieri mattina, nel centro somministrazioni attivato all’interno del Corpo D dell’ospedale Belcolle, i medici e gli infermieri del Team Uscovid hanno iniziato la terapia su un paziente residente in provincia, a rischio di evoluzione severa. L’utilizzo delle molecole per contrastare l’infezione da coronavirus è possibile solo se il contagiato rispetta precisi requisiti previsti da ferrei protocolli ministeriali e regionali, tra cui il presentare un’infezione agli esordi. La segnalazione perché possa essere sottoposto all’infusione arriva dai medici di medicina generale, dal pronto soccorso o dagli stessi esperti dell’Uscovid. “La procedura – spiega la asl - fornisce una opzione terapeutica ai soggetti non ospedalizzati a maggior rischio, al fine di ridurre il pericolo di peggioramento delle condizioni cliniche del paziente e della eventuale attivazione di un ricovero”. La terapia nei prossimi giorni verrà somministrata anche ad altri pazienti in possesso delle caratteristiche previste.

Nel frattempo, due gli aspetti da segnalare sul fronte della pandemia. Innanzitutto, il continuo aumento dei ricoveri ospedalieri che ieri hanno raggiunto quota 74 (35 sono nel reparto di Malattie infettive, 9 in Terapia intensiva, 23 nella Medicina di Belcolle, 6 ricoverate nella Medicina riabilitativa di Montefiascone). Numeri che non si toccavano da mesi. Ma i posti letto occupati nel nosocomio di Viterbo sono di più: negli ultimi giorni i reparti Covid stanno infatti ospitando pazienti provenienti soprattutto dalla provincia di Roma.

Per ora, si tratta di una decina di malati (non conteggiati tra quelli comunicati ogni giorno dall’azienda sanitaria locale, che invece si riferiscono solo ai residenti nella Tuscia). Per far fronte alla pressione ospedaliera, nei prossimi giorni la Asl attiverà l’unità mobile di Terapia intensiva realizzata nel parcheggio sottostante il pronto soccorso di Belcolle e che potrà fornire assistenza ad ulteriori 12 pazienti. Anche durante la prima ondata della pandemia alcuni contagiati, allora soprattutto dializzati, erano stati trasferiti a Viterbo perché la nefrologia è in possesso delle risorse per continuare le terapie salvavita in aggiunta a quelle contro il virus, ma mai in numero così elevato come sta accadendo ora. Piuttosto, in passato l’emigrazione riguardava soprattutto quanti si recavano al drive-in del capoluogo perché i tempi di attesa – anche per le refertazioni – erano decisamente inferiori rispetto a quelli registrati nei territori circostanti.

L’altro aspetto è quello dei vaccini che proseguono spediti con un nuovo record di dosi somministrate in 24 ore: martedì (ultimo dato aggiornato) sono state 1.230, di cui 129 dai medici di famiglia (57 Pfizer, le restanti Astrazeneca, anzi Vaxzevria, come si fa chiamare ora). Si avvicinano a quota 50mila i vaccinati: ieri sera erano 49.157, mentre sono 50.829 le prenotazioni destinate a crescere oggi con la possibilità di prenotare da mezzanotte per chi ha 66 e 67 anni. La curva, infine: ieri 59 nuovi casi e 60 guariti. Il totale degli attualmente positivi arriva a 1.428.

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