La storia di Luca, nato a Viterbo da madre positiva. Il primario Nicolanti: «Vi racconto come è andata»

I medici di Belcolle che hanno fatto partorire la donna positiva al coronavirus
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Sabato 25 Aprile 2020, 19:57 - Ultimo aggiornamento: 26 Aprile, 11:20

Quasi 3 chilogrammi di gioia. Tanto pesa Luca, il primo bimbo dato alla luce da una donna positiva al coronavirus nella Tuscia. «È stata un’emozione infinita per tutti noi sanitari. In un periodo così triste ci ha regalato una grande felicità», spiega Giorgio Nicolanti, direttore dell’Ostetricia di Belcolle. La madre, 36 anni di Viterbo, sta bene. “La seguiamo dalle 35 settimane. Prima a casa e poi una volta, in estrema sicurezza, è venuta da noi per la pre-ospedalizzazione. Di solito – racconta Nicolanti – l’Oms raccomanda, nei casi di coronavirus di controllare che l’accrescimento sia adeguato e la flussometria regolare. È andato tutto bene e la nascita, avvenuta con taglio cesareo, è stata regolare. Abbiamo operato con tutte le accortezze necessarie. Il bimbo sta bene, ha pianto subito, è vitale e mobile”.

La donna ora è in isolamento in una stanza Covid. Su di lei è stato ripetuto il tampone e anche il piccolo Luca è stato sottoposto allo screening. Ma Nicolanti è ottimista: “Di solito il virus non predilige la trasmissione verticale”, afferma. Il parto è avvenuto utilizzando un percorso separato, dedicato alla neomamma e al bimbo, che ha consentito ai professionisti viterbesi di operare in totale sicurezza. La notizia della nascita ha fatto presto il giro del Lazio. «Voglio rivolgere i migliori auguri alla mamma positiva e dare il benvenuto a Luca. Un grazie particolare a tutti gli operatori sanitari», ha salutato l’evento l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D'Amato.

Ma ieri non sono arrivate solo buone notizie. Se, nonostante il virus, Luca è venuto al mondo e sta bene come la sua mamma, un’anziana di 90 anni non ce l’ha fatta. La donna, tra gli ospiti di Villa Noemi a Celleno, era da giorni ricoverata nel reparto di Malattie infettive a Belcolle dove è morta. Sale così a 5 il numero dei decessi legati alla residenza. “Ma dalla relazione della Asl – spiega il sindaco Marco Bianchi – dei primi 4 solo due sono morti di coronavirus, gli altri con il coronavirus, ovvero per altre patologie”.

Sempre dalla casa di riposo arriva la notizia di tre nuovi casi positivi: una ospite, il cui tampone sinora aveva dato esito indeterminato e quindi già veniva trattata come fosse contagiata, e due operatori della struttura, già in isolamento da due settimane per essere entrati  in contatto con casi infetti. A Celleno, intanto, dalle 24 di venerdì è iniziato il ritorno alla normalità: tolte tutte le barriere e le transenne che delimitavano il paese non più zona rossa. Da ordinanza del sindaco, restano però isolate le tre case di riposo di strada Acquaforte, chiusa al traffico a valle mentre entrando dalla Teverina è stato posizionato un check point dei carabinieri.

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