Concussione a palazzo di giustizia, cancelliera rischia l'arresto. Inchiesta a ostacoli

Concussione a palazzo di giustizia, cancelliera rischia l'arresto. Inchiesta a ostacoli
di Maria Letizia Riganelli
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Venerdì 18 Gennaio 2019, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 12:16
Soldi per sbrigare le pratiche, nei guai cancelliera del Tribunale di Viterbo. La donna, in forza agli uffici di via Falcone e Borsellino, è indagata per induzione alla concussione e truffa.

L'inchiesta della magistratura viterbese è partita grazie a una segnalazione arrivata direttamente alla Procura. Secondo quanto accertato dagli inquirenti la donna, approfittando della sua posizione lavorativa, si sarebbe fatta pagare in contanti per svolgere alcune pratiche amministrative come l'inventario dell'eredità o atti relativi alle successioni. In alcuni casi si sarebbe fatta semplicemente dare dei soldi, come fosse un normale pagamento; in altri avrebbe messo in atto delle estorsioni.

Sempre secondo i magistrati avrebbe chiesto denaro per facilitare o velocizzare lo svolgimento della pratica. Da qui l'induzione alla concussione. La cancelleria, al lavoro nel settore Civile, è stata inizialmente interdetta dai pubblici uffici e la Procura ha anche chiesto una severa misura cautelare come i domiciliari.

Il gip, dopo un interrogatorio fiume, ha respinto entrambe le richieste e spostato la donna in un altro ufficio e con un'altra mansione. Tutto questo avveniva il mese scorso. Quando a porte super blindate la donna, assistita da due avvocati uno del Foro di Viterbo e uno di quello di Roma, è stata ascoltata dal giudice per le indagini preliminari.

La Procura nei giorni scorsi ha presentato ricorso al Riesame, Roma deciderà sul futuro della donna la prossima settimana. Il verdetto dovrebbe arrivare il prossimo giovedì 24 gennaio. La cancellieria nel frattempo non è ancora tornata al lavoro, aspetta probabilmente il pronunciamento del Tribunale della libertà.

I fatti contestati alla donna e accertati dalla Procura sarebbero 25. E riguarderebbero pratiche svolte nell'ufficio per cui si faceva dare soldi in contanti. Cifre piccole ma che sommate potrebbero aver fruttato diversi soldi. La donna si sarebbe fatta dare dalle 100 alle 200 euro per ogni pratica. L'idea degli inquirenti è che le truffe potrebbero però essere molte di più di 25 e che, una volta scoperto il vaso di Pandora, possa venire alla luce ben altro. E che si presentino a sporgere denuncia diversi privati che sarebbero stati truffati.

Il sistema che la donna avrebbe messo in atto potrebbe essere andato avanti da tempo.
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