Commissioni, un nuovo rebus: braccio
di ferro in Comune, Marini attacca

Commissioni, un nuovo rebus: braccio di ferro in Comune, Marini attacca
di Massimo Chiaravalli
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Sabato 20 Giugno 2015, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 20:22
«Non possono violentare Taborri per farlo dimettere. Anche con me gli equilibri erano saltati, ma mica ho bloccato il Comune»: versione 1. «Il 60% spetta per legge alla maggioranza, se andiamo avanti rischiamo un danno erariale»: versione 2. Il copyright è rispettivamente dell'ex sindaco Giulio Marini e di Livio Treta, presidente della 2° commissione. Due punti di vista, in vista delle due commissioni convocate lunedì su cui si rischia uno scontro durissimo.

Terza e quarta commissione sono in programma alle 10 e alle 10,30 in via Ascenzi (pure in concomitanza con la riunione dei capigruppo per la commissione d'inchiesta e il consiglio sui rifiuti): ci sono da eleggere i nuovi presidenti dopo l'uscita di Troncarelli, diventata assessore, e di Taborri, passato all'opposizione facendo saltare il rapporto di forze (da 7 a 4 a 6 a 5 per la maggioranza). Marini, da sindaco, si era trovato in una situazione simile. «C'erano stati mutamenti nei gruppi – dice – così ho chiesto al ministero.



La risposta: il principio ispiratore del 60-40 andava rispettato, ma per non fermare l'amministrazione sono andato avanti lo stesso. Cambiare è una loro esigenza e se dovesse perdurare questa situazione che fanno, bloccano tutto?». Dimissioni di Taborri o altri? «Devono essere volontarie, non coercitive: o si dipana in maniera politica – continua Marini – o resta tutto così».



È tutto molto più complicato invece, per Treta. «La convocazione – spiega – non è valida: nella terza non abbiamo il 60%, che per legge spetta alla maggioranza». La quarta? «Non è completa, ne manca uno. Tanto è vero che la convocazione è stata fatta con 10 membri e non 11. Quindi non può eleggere il presidente. E neanche il consiglio è completo, non essendo ancora subentrato Massimo Cappetti, che potrebbe essere inserito in una delle due commissioni. Insomma, non funziona dal punto di vista legale. Non capisco come i vice presidenti (dell'opposizione, ndc), abbiano potuto convocarle sapendo di questo vulnus. Cosa succederà? Noi andremo ma per far presente la situazione, non certo per eleggere i presidenti».