Civita Castellana, così un pezzo di tufo diventa un'opera d'arte

Civita Castellana, così un pezzo di tufo diventa un'opera d'arte
di Ugo Baldi
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Domenica 7 Febbraio 2021, 11:01 - Ultimo aggiornamento: 18:26

Ogni semplice blocco di tufo diventa un opera d'arte. Le mani che riescono a modellare la roccia vulcanica che si trova lungo le rive del torrente Treja sono quelle di Gildo Cecchini ex parrucchiere a Civita Castellana che ha vanta una passione per l'arte e un amore per il territorio in maniera incredibile. Lo sculture del Treja, com'è stato ribattezzato, ha iniziato a modellare pezzi di tufo alla fine degli anni 80, nelle pause di lavoro e nel tempo libero, per valorizzare una zona già magnifica per vegetazione e ambiente, conosciuta come Leggata.

Quest'ultima non è altro che una diga realizzata nell'800 per alimentare un molino che è poco distante che poi nel corso dell'estate diventa punto di riferimento per chi sceglie di farsi un bagno e stare all'aria aperta. Da quanto è andato in pensione Cecchini, al posto di forbici e pettine usa con più frequenza mazzetta e scalpello e ha trasformato il posto nella sua seconda casa.

Con il tempo quei capolavori sono diventati un simbolo d'amore per la sua città e sono tanti gli appassionati della natura e ammiratori che raggiungono il laboratorio a cielo aperto per ammirare le opere di questa strana arte, che sono in bella vista lungo le sponde del fiume.

Qualche volta le hanno anche rubate, ma lui non se la prende più di tanto. «Quelle piccole che sono trasportabili dice Cecchini le prendono per abbellire qualche giardino o metterle in casa. Ma non mi importa, la mia arte almeno gira per il mondo e vuol dire che è apprezzata dalla gente».

Ma poi con orgoglio racconta che le sue opere si trovano in Spagna, Jugoslavia, Germania a Venezia. «Ne ho regalate alcune al Comune - dice con orgoglio - per abbellire l'anfiteatro di Belvedere Faleri, mentre a News York c'è una mia statua realizzata in marmo di Carrara».  Non si sente un artista vero e proprio, piuttosto un artigiano della pietra, anche perché i suoi sono capolavori artistici. Forse nel contesto naturale dalla vegetazione che lo circonda trova la sua costante fonte di ispirazione. Non c'è un numero esatto, ma sicuramente siamo sopra quota cento.

«Il tufo è un materiale fragile dice e particolare e occorre superare la fragilità per portare a termine un lavoro.L'ultima opera da ammirare è un volto. Ho impiegato due mesi per la sua realizzazione - racconta - e credo che pesi una decina di quintali, è una testa arcaica».

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