Il periodo di quarantena lo sta trascorrendo a casa e le condizioni di salute sono buone.
«Difficile capire con certezza dove sia avvenuto il contagio, forse durante una missione lavorativa presso dei pronto soccorso del Piemonte».
E ora come sta?
«Bene! Faccio parte della maggior parte dei pazienti paucisintomatici (con pochi sintomi, ndr). Sto in isolamento verso tutto e tutti. Attendo di finire questa mia quarantena in attesa di negativizzarmi ai tamponi, poi torno in campo».
Come passa le giornate?
«Non potendo visitare e operare, sto sfruttando questi periodo di “clausura” per correggere dei lavori scientifici che avevo iniziato. Ogni tanto un po’ di ginnastica dolce e tanti, tanti libri».
Cosa altro vorrebbe in questomomento?
«Due cose: riabbracciare mio figlio e non vedo l’ora di essere autorizzato, una volta guarito, a tornare a dare una mano ai miei colleghi che sono allo stremo! Anzi voglio porgere un caro saluto a tutta la Asl di Viterbo che sta lavorando in maniera eccezionale e grazie alle cui misure ancora teniamo duro».
I suoi cari come stanno?
«Fortunatamente tutti bene. Attualmente sono l’unico positivo di Civita e spero di rimanerci, ma questo non dipende da me. Bisogna che ognuno faccia la sua parte, d’altronde è chiaro: se state a casa, il virus non viene a bussarvi alla porta. Ho attivato le precauzioni previste dai protocolli, per quanto mi riguarda e per evitare contagi».
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