Civita Castellana, pronta la giunta. Il sindaco: «Ho già una mia idea, tutti rappresentati». Ecco i nomi

Luca e il padre Massimo Giampieri
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Giovedì 24 Settembre 2020, 11:28 - Ultimo aggiornamento: 16:34
Elezioni comunali a Civita Castellana, per la prima volta nella storia il centrodestra (50,62%) ha fatto centro al primo turno e riconfermato il successo dello scorso anno. Male invece il centrosinistra, che non è arrivato nemmeno al ballottaggio.

Messi da parte i festeggiamenti dei tre partiti vincenti (Lega, FdI, FI e Siamo Civita), il neo sindaco Luca Giampieri da ieri ha iniziato a lavorare per formare la nuova giunta. Il neo primo cittadino ha sentito telefonicamente anche il suo predecessore Franco Caprioli, poi ha fatto una veloce visita in Comune in attesa della convocazione per la proclamazione, che si è svolta ieri pomeriggio.

«E' stata una giornata normale racconta Giampieri a metà pomeriggio iniziata con le congratulazioni gli amici. Sulla nuova squadra ho un'idea che valuterò con gli altri quanto prima. Tutte le forze della coalizione saranno rappresentate al meglio attorno al nostro progetto. Ho la consapevolezza di aver ottenuto un grande risultato, ma sono anche cosciente dell'impegno che mi attende».

Per ora i riflettori sono tutti sulla nuova squadra degli assessori. Sarà formata da due rappresentanti di Fratelli d'Italia - in rampa ci sono Simonetta Coletta (219 preferenze) e Massimiliano Carris, con l'alternativa Angela Consoli); poi due della Lega - Matteo Massaini (vice sindaco) e Andrea Sebastiani; uno di Forza Italia (Silvia La Bella). L'incarico di presidente del consiglio potrebbe andare a Claudio Parroccini (208 voti) di FI, che è il primo degli eletti nella sua lista.

Tutt'altra aria si respira nel Pd, dove da ieri è iniziata l'ennesima battaglia interna con l'obiettivo (mai riuscito) di ricostruire dalle macerie un nuovo partito. Ieri sera nella sede di via San Gratiliano c'è stata una riunione per fare l'analisi del voto, tra musi lunghi e veleni e dove come sempre sono volati gli stracci. A scatenare la bagarre è stato Simone Brunelli (mister preferenze con 392 voti) che non l'ha mandata a dire alla vecchia guardia. Secondo lui, la seconda sconfitta di fila ha colpevoli ben precisi e non si può addebitare al candidato Domenico Cancilla.

I colpevoli, sempre secondo Brunelli, vanno cercati tra coloro che hanno costruito un progetto elettorale lacunoso e perdente. «Mi resta solo la soddisfazione personale ha detto - che mitiga in parte una sconfitta dolorosa, risultato di una montagna di errori che andranno analizzati. E' urgente un cambiamento e un rinnovamento che è quanto mai necessario, iniziato lo scorso anno e che continuerò dai banchi dell'opposizione. C'è gruppo giovane, appassionato intorno al quale va costruito non il futuro ma il presente del nostro partito».

Sulla stessa linea, anche se con toni più morbidi, c'è il Movimento 5 Stelle (12,29%) che avendo perso un altro 4% rispetto alle ultime elezioni  forse andrà al ricambio dei vertici del partito. Aria di festa invece a Rifondazione Comunista, che si gode il 16,1%: il raddoppio dei voti.
 
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