Ceramica Civita Castellana, scontro sulla riapertura. Tavolo alla Regione Lazio per una deroga

Ceramica Civita Castellana, scontro sulla riapertura. Tavolo alla Regione Lazio per una deroga
di Ugo Baldi
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Martedì 7 Aprile 2020, 16:37 - Ultimo aggiornamento: 16:44

Riapertura (parziale) delle ceramiche nel distretto, qualcosa si muove. La Regione, e in particolare l’assessorato alle Attività produttive guidato da Paolo Ornelli, tirato per la giacchetta da partiti e industrie, da ieri è al lavoro per proporre un tavolo allargato ad associazioni imprenditoriali, sindacati e ministero della Salute per trovare una soluzione come quella adottata in Emilia Romagna, che ha portato a operare le ceramiche di Sassuolo. Avviati già i contatti con gli imprenditori della zona di Civita Castellana.

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«Stiamo valutando la situazione per arrivare a una soluzione, con tutte le cautele del caso, considerata anche la situazione nazionale», è la voce che arriva dalla giunta regionale. Federlazio confida sul dialogo:
«Stiamo interloquendo con la Regione in maniera costruttiva – ha detto il direttore viterbese Giuseppe Crea – e nelle prossime ore presenteremo una nota per auspicare l’adozione delle medesime misure adottare in Emilia. Questo per dare la possibilità alle imprese di ripartire nel momento in cui le restrizioni saranno attenuate, ma anche per soddisfare gli ordini inevasi per non perdere quote dimercato».

Anche Confindustria Viterbo si è mossa in direzione di Roma. «La salute dei lavoratori viene prima di tutto – ha detto la presidente Stefania Palamides - su questo non si discute. Nelle aziende del distretto gli standard di sicurezza sono molto elevati, ma se non si riapre subito molte imprese rischiano di non ripartire. E voglio dirlo chiaramente: ciò significa solo perdita di tantissimi posti di lavoro. Stiamo cedendo quote di mercato e di export. Questo deve essere chiaro, sono aspetti che vanno anticipati e non rincorsi. Questa battaglia si vince o si perde tutti insieme, ma a vincere dovrà essere il nostro sistema produttivo».

Sul fronte del no alla riapertura i sindacati e Rifondazione comunista. «La salute dei lavoratori – dice Yuri Cavalieri – viene prima del profitto. Le fabbriche non possono essere luoghi a rischio di diffusione del virus. Invitiamo il sindaco Caprioli a intervenire».

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