Civita Castellana, la ripartenza. «In ceramica, finalmente»: al rientro la voce ai lavoratori

Civita Castellana, la ripartenza. «In ceramica, finalmente»: al rientro la voce ai lavoratori
di Ugo Baldi
2 Minuti di Lettura
Martedì 5 Maggio 2020, 16:50
Sicurezza e gradualità. Sono le parole d'ordine con cui si è ripartiti all'interno degli stabilimenti ceramici del distretto di Civita Castellana. All'alba è suonata la campanella per la ripresa, anche se in termini ridotti: solo a fine del mese la produzione tornerà a pieno regime.

Hanno varcato di nuovo i tornelli d'ingresso, dopo la chiusura per l'emergenza coronavirus, circa 800 ceramisti. Come per la produzione, anche per questi ultimi il rientro sarà graduale e scaglionato nel tempo; e dipenderà anche dagli ordini che arriveranno nei prossimi giorni. Molte aziende hanno deciso di impiegare i lavoratori su due turni, dopo l'accordo con i sindacati confederali. Per ora si è deciso di partire con quello che inizia alle 5 e termina alle 12.30.

Prima dell'ingresso, in molti casi, è stata controllata la temperatura, sono stati consegnate guanti, mascherine e abbigliamento; oltre a dare indicazioni sulle distanza di sicurezza da mantenere sul posto di lavoro e altre informazioni. «Non è stato come girare un interruttore dice Lauretta Colamedici, gruppo Giovanni Colamedici - perché il riavvio deve essere graduale e tutto deve avvenire, avendo come priorità, la tutela della salute dei dipendenti. Per andare a regime ci vuole tempo, ma dobbiamo essere ottimisti».

I ceramisti hanno ricominciato con l'alzataccia di sempre, hanno trovato tante novità, ma si sono adeguati. «Abbiamo trovato un clima propositivo dice Roberto Sansonetti della Hidra anche se è stata dura alzarsi presto, però riprendere il lavoro in questa fase è importante. E la pensano come me la maggior parte dei colleghi. Siamo tutti concordi nel rispettare le norme sulla sicurezza».

«E' stato come il primo giorno di scuola racconta Gianluca Massaccesi della Alice ma abbiamo recepito le indicazioni e tornare al lavoro è stata come una liberazione, dopo quarantacinque giorni chiusi in casa». C'è anche chi non è stato interessato alla chiamata, perché ha superato i 55 anni. «Sto bene cosi dice Anacleto Antonelli della Flaminia, con un'anzianità di quasi trenta anni anche se mi mancano i compagni di lavoro».

Sotto pressione anche le imprese, che per due volte al giorno devono sanificare gli ambienti interni agli stabilimenti: «Particolare attenzione ha detto Mauro De Angelis responsabile tecnico Lombarda servizi la dedichiamo agli spazi comuni e alle postazioni di lavoro, come prevedono i protocolli. Utilizziamo sempre un nebulizzatore, un atomizzatore oltre ad attrezzature e prodotti in base alle aree da trattare, con molto scrupolo». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA