Brutta storia di litigi e degrado in famiglia, bambina di 7 anni tolta ai genitori

Il tribunale di Tivoli, competente per i minorenni
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Giovedì 8 Ottobre 2020, 13:36 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 13:43

Una brutta storia di degrado familiare che coinvolgeva una minorenne disabile. E' quella a cui hanno messo fine, dopo lunghe e complesse procedure, i carabinieri e ii servizio sociali di Civita Castellana. La bambina di 7 anni, con problemi neurologici, assistita da macchinari con richiesta di un'assistenza costante, è stata separata dai genitori e accompagnata in una struttura protetta per ospitarla, dopo la decisione del Tribunale dei minori di Tivoli.


Da tempo la situazione della famiglia era tenuta sotto osservazione sia dalle assistenti sociali del Comune che dalle forze dell'ordine. Quest'ultimi, con sempre maggiore frequenza negli ultimi mesi, sono stati spesso chiamati per mettere fine alle liti nell'abitazione che ospita la minore; liti tra i suoi familiari e altri conviventi, italiani e stranieri, che vivono all'interno della stessa casa. Ai continui litigi, discussioni, controversie e baruffe, a volte scatenate da motivi banali, era costretta ad assistere la bambina, che di fatto veniva abbandonata nelle cure.


Della situazione erano a conoscenza anche i vicini di casa, a lungo costretti a convivere con le urla che arrivavano dall'abitazione e spesso preoccupati per le sorti di quella bambina. Nei momenti di maggiore confusione i vicini avvertivano i carabinieri, per tentare di mettere fine a quello che era diventato un tormento per loro, ma anche preoccupati per le sorti della ragazzina.

Tutto questo fino a poche sere fa, dopo l'ennesima gazzarra: all'ennesimo allarme sul posto sono arrivate due pattuglie di carabinieri e altrettante ambulanze del 118.

Dopo oltre due ore i militari sono riusciti a calmare gli animi. Poi è stato deciso di liberare la bambina e trasferirla all'ospedale Andosilla, in attesa di decisioni. Decisioni che sono arrivate il giorno dopo da parte del Tribunale minorile, suffragate anche dalle documentazioni presentate da forze dell'ordine e servizi sociali. Con l'accompagnamento di portare la minore in una struttura più adeguata.

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