Civita Castellana, appalti per l’illuminazione: sette persone saranno processate

Civita Castellana, appalti per l’illuminazione: sette persone saranno processate
2 Minuti di Lettura
Martedì 7 Luglio 2020, 20:46 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 11:02
Appalti Led, rinviati a giudizio l’ex assessore di Civita Castellana, Sergio Annesi e l’ex sindaco di Villa San Giovanni in Tuscia.

Il secondo filone dell’inchiesta partita quattro anni fa porta alla sbarra amministratori, tecnici e professionisti di tre Comuni della Tuscia: Grotte di Castro, Civita Castellana e Villa San Giovanni. In totale sono 7 gli imputati e tutti rispondono di turbativa d’asta. Tra loro anche Renzo Tramannoni storico fondatore della Cpm Srl, società che vinse gli appalti per l’illuminazione pubblica.

Quello che approderà il 14 settembre davanti al giudice Elisabetta Massini è il secondo procedimento. Il primo è alla battute finali e vede coinvolti buona parte dei soci della Cpm. Per i pubblici ministeri Stefano d’Arma e Fabrizio Tucci, titolari delle indagini, la Cpm si sarebbe aggiudicata a raffica le gare con procedure non proprio trasparenti, tra capitolati scritti insieme agli imprenditori e consigli su come impostare l’offerta per vincere. Appalti da diversi milioni di euro.

L’operazione Led scattò all’alba del 17 febbraio del 2016. Ai domiciliari finirono prima i vertici della Cpm Gestioni Termiche: i fratelli Alessandro e Luca Tramannoni, rispettivamente amministratore delegato e socio dell’azienda, e Massimiliano Sanzogni, direttore commerciale area Tirrenica confluiti nel procedimenti alle battute finali davanti alla giudice Silvia Mattei. Successivamente furono indagati i 7 rinviati a giudizio nei giorni scorsi. Tre le gare finite nel mirino di carabinieri e forestale, nei comuni di Villa San Giovanni in Tuscia, Grotte di Castro e Civita Castellana.

L’ultima è quella che interessa l’ex assessore Annesi che appena saputo dell’inchiesta si dimise subito dall’incarico. Dei tre, l’appalto di Civita è quello più corposo: valore complessivo di 4,7 milioni di euro, per la durata di 15 anni e la possibilità, secondo gli investigatori, di aumentare la posta in gioco fino a circa 700mila euro annui dai 315mila euro iniziali. Su Annesi peserebbero soprattutto gli incontri avuti con la Cmp nel suo ufficio privato. Incontri che si sarebbero svolti anche nello studio privato del consulente esterno del Comune civitonico.

Il processo entrerà nel vivo solo a metà settembre ma le difese sono già pronte per dare battaglia e smontare l’accusa di turbativa d’asta della Procura. Partendo proprio dalle parole del numero una della Cpm: «In quarant’anni di attività in tutto il Centro Italia mai avuto un problema»
© RIPRODUZIONE RISERVATA