Cinema, una crisi in bianco e nero

Cinema, una crisi in bianco e nero
di Luca Telli
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Giovedì 15 Settembre 2022, 11:25 - Ultimo aggiornamento: 16:19

Crollano gli spettatori nei cinema della Tuscia, nel primo semestre dell'anno il tonfo è quasi del 30%. A diminuire non sono solo i fruitori saltuari ma, dato che preoccupa di più, anche i regolari. «Adesso speriamo nell'autunno spiega Francesco Ferretti, gestore del CineTuscia Village di Vitorchiano -. Certo è questi due anni stanno mettendo a rischio la tenuta delle imprese. Se la bolletta dell'energia continuerà a salire e non si tornerà al tavolo a parlare di ristori economici per molti la chiusura sarà più di uno spettro».

Una crisi feroce quella che tocca il grande schermo che, spiega Ferretti, ha più di qualche responsabile: «I motivi che hanno allontanato il pubblico della sale nel 2022 sono in parte legati alla pandemia: qualcuno si è tenuto alla larga per paura di contrarre il virus, altri per via delle restrizioni e del rigido protocollo sanitario al quale alle strutture sono state soggette».

Ma non finisce qui: «C'è anche un problema di distribuzione. Titoli di richiamo sono usciti con il contagocce, questo significa che solo occasionalmente siamo riusciti a lavorare ad un ritmo sostenuto con un'alta affluenza. Ora inizieranno a uscire i titoli in mostra al Festival di Venezia, potrebbe essere un buon trampolino in vista dei mesi invernali e autunnali, da tradizione i migliori per i cinema».

Mesi per i quali le previsioni sono incoraggianti, secondo una stima infatti la crescita dovrebbe essere sostenuta con l'ultimo quadrimestre che potrebbe affiancare i numeri registrati tra settembre e dicembre 2019, ultimo anno di boom, approssimandosi ai livelli pre-Covid in termini di fruizione sia occasionale (55%) sia regolare (4%), Una sensazione che Ferretti conferma: «C'è voglia di partecipare e non manca neppure il materiale potenziale. Nel giro di poco contiamo di tornare ad aprire tutte le sale. A ottobre avremo già una prima idea dell'autunno che ci attende».

Con la spada di Damocle degli aumenti dell'elettricità che pende sopra la testa, per il quale Ferretti invita a considerare la possibilità di una nuova linea di ristori a più livelli. «Il problema è serio e va affrontato con la massima velocità. I gestori dei cinema, come ogni altra azienda che offre intrattenimento, hanno le mani legate. Mi spiego: un ulteriore ritocco al prezzo dei biglietti non è pensabile, d'altra parte però i costi fissi aumentano a dismisura e coprire le spese non è facile. La pandemia e quasi un anno di chiusura pressoché totale ci hanno tagliato le gambe, ora quest'altro terremoto: un film horror a cui non manca proprio niente».

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