Ceramica, export in volata libera: primi segnali di ripresa

Ceramica, export in volata libera: primi segnali di ripresa
di Ugo Baldi
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Giovedì 10 Giugno 2021, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 19:34

L’export nella ceramica sta riprendendo quota. «Nel primo trimestre del 2021, c’è stata una ripresa del commercio internazionale (+3,5%) e per il nostro comparto che realizza circa il 45% del fatturato all’estero è una boccata di ossigeno».

A dirlo è Stefania Palamides, presidente della Sezione Ceramica di Unindustria Lazio e general manager della ceramica Tecla aziende del distretto industriale dell’arredo bagno di Civita Castellana. La dirigente ha fatto anche punto sullo stato di salute del polo civitonico (ieri, peraltro, ha partecipato ad un incontro organizzato sulla ceramica, con l’assessore regionale allo sviluppo economico Paolo Orneli) che è stato uno dei pochi a tenere il timone a dritta nel periodo del Covid, continuando ad investire su nuove proposte .

«I mercati di Stati Uniti e Cina si sono ripresi bene – afferma Palamides – e in generale possiamo dire che il nostro settore ha intercettato la ripresa. Iniziando a risalire la china. In Italia anche grazie ai bonus previsti per l’edilizia, per i quali sarebbe auspicabile una proroga, che da tempo sollecitiamo il mercato si sta muovendo. Il decreto attuativo per il bonus sulla sostituzione dei sanitari che doveva essere emanato già lo scorso marzo è invece al palo.

Come diciamo da tempo, gli incentivi sprigionino tutti i loro effetti, ma occorre semplificare le procedure per la concessione dei relativi contributi»”.

Sul risparmio idrico ed energetico c’è sempre attenzione: «Le imprese - dice- sono arrivate a far ad utilizzare meno di un terzo dell’acqua utilizzata in passato ed è un bel risultato». L’internazionalizzazione: «C’è la necessità si espandersi sui mercati esteri, ma serve più supporto per la partecipazione alle fiere».

Palamides si sofferma poi sull’esigenza, da parte delle imprese per reperire manodopera specializzata. I processi produttivi, infatti, richiederanno sempre più figure professionali. Tra i tasti dolenti, oltre alla cronica mancanza di infrastrutture, Palamides ha posto l’accento sul rincaro delle forniture.« “Per noi ha una certa rilevanza – dice - poiché dobbiamo affrontare alcuni fattori della produzione come gli stampi il gesso, i pallet, la plastica e il cartone per imballaggi che fanno aumentare i costi». 

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