Ceramica e design battono la crisi: il distretto civitonico si affida ai maestri dello stile

Ceramica e design battono la crisi: il distretto civitonico si affida ai maestri dello stile
di Ugo Baldi
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Martedì 24 Aprile 2018, 14:05

Ceramica grandi firme. Le aziende del distretto industriale di Civita Castellana sono riuscite a mettersi la crisi alle spalle. Da Milano, dove si è chiuso il Salone del mobile, le 10 imprese viterbesi presenti nel settore dell’arredo bagno, sono tornate a casa con l’ennesimo riconoscimento da parte degli addetti ai lavori.

Un dato: al “fuori salone” lo stand dalla Ceramica Globo è stato visitato da oltre duemila persone in un solo giorno. Una parte del successo la si deve alle scelta degli imprenditori di affidarsi, in questi anni, a progettisti di livello mondiale, che hanno realizzato prodotti in ceramica di alta qualità. La prima a puntare su firme di prestigio fu l’Astra (anni Settanta) con la serie “Forma” di Franco Valeri, oggi esposta al Museo delle arti di New York.

Qualche anno dopo la stessa strada l’ha percorsa la Catalano, con lo stilista Renato Balestra, insieme alla Vallelunga. Ma oggi tutti investono nelle grandi firme. La Flaminia ha come riferimento lo studio dell’architetto Giulio Cappellini; l’Art Ceram, la coppia Marco Paolelli e Sandro Meneghello; la Scarabeo la Emo Design e la Talocci design; l’Azzurra si è affidata da qualche tempo all’architetto Daniel Libeskind, che sta lavorando al sito di Ground Zero a New York. Mentre il gruppo Giovanni Colamedici (Colavene) ha scelto Carlo Urbinati, l’austriaco Marc Sadler ed esperti locali, come Massimo Cicconi. Da qualche anno si sono susseguiti riconoscimenti e award per le novità proposte dalle aziende.

«La nostra ceramica – ha spiegato Andrea Gulinucci, ad della Globo - si è da sempre affidata ai designer per ricercare l’originali tà e la proporzione dei dettagli, che fanno la differenza tra un prodotto bello ed emozionante e uno normale. La nostra collaborazione con firme note nel campo dell’arredamento, come Iacchetti e Nichetto e più recentemente con i Gam-Fratesi, ha aiutato l’azienda a capire quale strada seguire. Ma anche a ricercare in ogni fase del processo lavorativo la ricerca maniacale della qualità, per un uso corretto della nostra tradizione ceramica in un momento di forte cambiamento nel gusto dei consumatori». 

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