San Pellegrino nel degrado: «Basta rattoppi, ora un piano vero di rilancio»

San Pellegrino nel degrado: «Basta rattoppi, ora un piano vero di rilancio»
di Luca Telli
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Giovedì 11 Marzo 2021, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 15:47

«Contro il degrado serve un piano a lungo termine. Basta rattoppi». Il comitato residenti San Pellegrino alza la voce, nell’ultimo anno solo tante promesse. «La pulizia è migliorata – spiega la presidente Maria Elena Pierini – ma sentiamo la necessità di sollecitare l’amministrazione a mettere in cantiere una serie di opere urgenti e necessarie per il recupero dallo stato di incuria in cui versa».

Dal guano, alle centraline elettriche divelte, ai fili scoperti e svolazzanti, al più importante rifacimento del piano stradale «per il quale, per ora, nulla si è mosso».

Una richiesta, quest’ultima, più volte arrivata sulla scrivania dell’assessore al centro storico Laura Allegrini, con la quale nei mesi scorsi non sono mancati i confronti, ma rimasta delusa al pari del via libera ai lavori in via Cardinal La Fontaine a due anni dal crollo del palazzo adiacente via del Gonfalone.

«Fino a oggi gli interventi adottati sono stati motivati più dall’urgenza che da una reale volontà di recupero urbanistico. Mentre ben altra dovrebbe essere la considerazione in cui San Pellegrino dovrebbe essere tenuto», spiega Pierini, che per ripartire invoca una sinergia tra Comune e privati, «perché anche loro facciano la loro parte in questa opera di riqualificazione», e chiede una corsia preferenziale per il quartiere medievale.

«Viterbo possiede un grande centro storico che conserva, nei diversi angoli, importanti caratteristiche architettoniche e bellezze artistiche – spiega – Ma a San Pellegrino si dovrebbe assegnare una priorità all’interno di un piano organico di investimenti finalizzato al rilancio della città. È la zona più conosciuta e apprezzata di Viterbo, lo impone quindi la logica». 

Un’azione da cui passa il rilancio del piano turistico che, al pari del rilancio del centro storico, non funzionava benissimo già prima della pandemia. «Anzi, nonostante dal primo giorno l’amministrazione abbia detto di voler puntare sulla promozione e lo sviluppo turistico ci sembra che, finora, non sia stato finora elaborato un progetto coerente che miri a questo scopo», aggiunge Pierini.

 Per il comitato, il modello di riferimento è quello di Civita di Bagnoregio dove «si è saputo lavorare sul piano dell’immaginario, su quello della storia e si è avviata una sapiente operazione di marketing per dare nuova vita e dignità ad un borgo che era in gran parte abbandonato e fatiscente.

San Pellegrino può diventare la Civita di Viterbo».

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