Centrali sul Tevere, Romoli: «Sì, ma valorizzando i siti archeologici». Ok anche dai sindaci di Bomarzo e Orte

Centrali sul Tevere, Romoli: «Sì, ma valorizzando i siti archeologici». Ok anche dai sindaci di Bomarzo e Orte
di Simone Lupino
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Sabato 12 Novembre 2022, 05:40

Centrali idroelettriche sul Tevere: tre sì su quattro dai sindaci dei paesi in cui potrebbero sorgere gli impianti per la produzione di energia elettrica, un tratto dl fiume lungo 20 chilometri al confine tra la provincia di Viterbo e l’Umbria. Sono quelli espressi al Messaggero da Dino Primieri (Orte), Marco Perniconi (Bomarzo), Alessandro Romoli (Bassano in Teverina), quest’ultimo favorevole nel rispetto di alcune condizioni. “Non conosco la vicenda”, risponde invece il sindaco di Graffignano, Piero Rossi: “Per ora non posso dare un giudizio”. La presentazione del progetto Proteo, infatti, risale ormai a più di 16 anni fa, e da tempo non se ne sentiva più parlare.

Senza voler entrare nel contenzioso tra la società proponente e la presidenza del Consiglio dei ministri che lo scorso luglio ha detto no a due dei 4 sbarramenti, ecco cosa dicono i primi cittadini, sottolineando che non si tratta dei pareri ufficiali dei rispettivi Comuni.

Per conoscere quelli semmai bisognerà attendere la conferenza dei sevizi.

“Sono favorevole alla realizzazione delle centrali – spiega Alessandro Romoli - purché venga anche valorizzata l’importante presenza archeologica insita in quei luoghi. Per quanto riguarda Bassano in Teverina proprio in prossimità delle stesse esiste infatti un porto romano delle antiche fornaci che potrebbero anche attraverso questo progetto essere valorizzate. Anche per quanto concerne il bacino del Tevere la regolarizzazione dello stesso può produrre effetti benefici sia per la flora che per la fauna e anche per i proprietari dei terreni afferenti il corso del fiume”.

Sui vantaggi per il Tevere è d’accordo Perniconi, che all’epoca in cui si apprese dell’iniziativa era un consigliere di minoranza: “Ero favorevole allora e lo sono oggi”. “Al di là degli aspetti energetici – aggiunge - la realizzazione di questa opera garantirebbe un maggiore controllo delle piene e un corretto deflusso delle acque, riducendo il rischio di esondazioni. Su letto del fiume si sono formati molti depositi sabbiosi, che in alcuni punti rischiano addirittura di deviarne il corso. Per non parlare delle piante che finiscono trasportate dalla corrente e si fermano sotto i pilastri del ponte. Con la presenza delle centrali idroelettriche gli interventi di pulizia sarebbero più frequenti”.

Si parla poi di possibili posti di lavoro: 200 persone impiegate nei due anni che servono alla costruzione degli impianti, “una bella opportunità per una zona interna come la nostra composta da piccoli centri dove la popolazione oscilla tra i 1500 e i 3000 abitanti”, aggiunge Perniconi. A giovarne sarebbero anche le casse comunali, perché “oltre alle opere compensatorie le amministrazioni hanno diritto a incassare una tassa calcolata in base alla quantità di energia prodotta”.

“Incredibile che dopo tanti anni siamo ancora fermi a questo punto”, esclama Primieri da Orte. Che visti i tempi pensa anche alla bolletta del Comune: “Se realizzate, andremo sicuramente a trattate la cessione di una quota dell’energia prodotta per le scuole, gli impianti sportivi e gli edifici pubblici. Ci arrivano fatture sempre più salate, non sappiamo dove sbattere la testa. L’unica soluzione che ci propongono è la rateizzazione, ma alla fine dovremo sempre pagare”.

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