Centrali idroelettriche sul fiume Tevere bloccate. «Chiediamo 15 milioni di risarcimento»

Centrali idroelettriche sul fiume Tevere bloccate. «Chiediamo 15 milioni di risarcimento»
di Simone Lupino
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Venerdì 11 Novembre 2022, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 19:09

Battaglia sul Tevere per la costruzione di 4 centrali idroelettriche a Bomarzo, Orte, Graffignano e Bassano in Teverina. Una storia infinita che si trascina da 16 anni tra pareri, modifiche, aggiornamenti. Senza esito. Società proponente è la Proteo srl (acronimo di Progetto Tevere Orte) che nei giorni scorsi, in aggiunta a un nuovo ricorso davanti alla giustizia amministrativa, ha presentato anche la richiesta di un mega risarcimento contro la presidenza del consiglio dei ministri:  Danno presunto: 15 milioni di euro circa, più o meno i redditi che l’impianto avrebbe prodotto se fosse entrato in funzione. Sembrava infatti che non ci fossero più ostacoli alla realizzazione dell’opera nel suo complesso, ma una delibera di Palazzo Chigi emessa lo scorso luglio (governo Draghi), sulla base dell’ennesimo parere contrario del Mic, ha bloccato tutto.

Per ricostruire la vicenda, bisogna tornare al 2006, anno in cui la Nazionale di Lippi vinceva i Mondiali di calcio, Giorgio Napolitano veniva eletto per la prima volta presidente della Repubblica e sul web nasceva un servizio di microblogging chiamato Twitter. “Iniziammo l’iter per le centrali idroelettriche fiduciosi, visti i benefici per il territorio”, spiega l'avvocato Massimo Masini, incaricato dalla società per la gestione amministrativa dell’autorizzazione. “L’impianto prevede una producibilità stimata in fase di esercizio di circa 65 gigawattora, energia pulita in grado di soddisfare la domanda di circa 80.000 abitanti, più o meno una città come Viterbo.

Investimento totale di 50 milioni di euro e lavoro garantito in fase di costruzione per 200 persone".

Vantaggi anche per il fiume: “Le 4 traverse permettono una presenza maggiore e costante di acqua tutto l’anno”. Nelle prime fasi in cui erano richiesti pareri e nulla osta di enti locali e agenzie competenti filò tutto liscio. Ci fu pure una presentazione a Palazzo Orsini a Bomarzo. Dopodiché bisognava ottenere i decreti congiunti dei ministeri competenti: ambiente e cultura. “Ma i beni culturali diedero l’ok solo a due centrali su 4: Orte e Bomarzo. Per Bassano e Graffignano vennero segnalate criticità paesaggistiche. Per la centrale Bassano in Teverina, anche archeologiche: la presenza dei resti di una antica fornace romana. Un sito abbandonato usato oggi dagli incivili come discarica e distante dal fiume, che noi siamo pronti a riqualificare”.

Il nodo non si sciolse neanche con l’intervento della presidenza del consiglio dei ministri che in due occasioni confermò il parere negativo del Mic: il 17 gennaio 2019, governo Conte, e come detto lo scorso luglio con Draghi. Perché Proteo fa ricorso adesso? “Tra le due delibere c’è una sentenza del tribunale superiore delle acque, 83/2021, che accolse pienamente le ragioni di una nostra prima opposizione e annullava il diniego alla costruzione delle altre due traverse. La presidenza del consiglio dei ministri fu pure condannata al pagamento delle spese legali. Sentenza passata in giudicato, contro la quale non è stato proposto appello".

“Tutto ciò – conclude Masini – ci sembra assurdo: per il momento storico che stiamo vivendo e perché si tratta di un impianto che rispetto ad altri progetti per le rinnovabili ha un impatto nullo. Per produrre lo stesso equivalente di energia servirebbe una fila di pannelli fotovoltaici lunga 8700 metri e larga 50”.

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