Carabiniere accusato di peculato. La procura militare: «Tre colleghi lavoravano come manovali»

Aula del Tribunale
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Giovedì 6 Maggio 2021, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 12:45

«I tre carabinieri utilizzati per ristrutturare la caserma sono costati allo stato 7.238 euro». Entra nel vivo il processo all’ex comandante della compagnia dei carabinieri di Tuscania, Massimo Cuneo, difeso dall’avvocato Fabrizio Ballarini. 

L’ufficiale dell’Arma, già a giudizio per peculato d’uso, abuso d’ufficio, rivelazione di segreto d’ufficio, truffa e falso in concorso, risponde di altri due reati davanti a un altro collegio. Cuneo, in questo secondo procedimento, è accusato di peculato per 12 viaggi in auto che non sarebbero stati autorizzato e per aver fatto fare ai suoi militari i lavori di ristrutturazione del suo ufficio. Uso improprio danno erariale allo Stato per aver utilizzato militari come manovali, quando avrebbero dovuto essere al servizio della cittadinanza.

Le nuove accuse sono arrivate sul tavolo della procura di Viterbo, sostituto procuratori Paola Conti e Franco Pacifici, direttamente dalla Procura militare che dopo averle valutate si è dichiarata incompetente.
A spiegare la genesi di questa seconda inchiesta il tenente colonnello Pietro Rajola Pescarini, a cui la procura militare di Roma delegò le indagini. Due le principali accuse di peculato, quella relativa ai viaggi personali e quella sull’utilizzo improprio dei carabinieri.

Quest’utima sarebbe già prescritta, ma l’avvocato ha chiesto al collegio di arrivare alla fine del dibattimento prima di pronunciare sentenza, nella speranza di un esito più favorevole.

«All’epoca - ha spiegato il tenente colonnello Pietro Rajola Pescarini - ero subentrato al comando della compagnia di Tuscania subito dopo Massimo Cuneo e la procura militare e il comandante provinciale dei carabinieri mi delegarono per capire cosa era accaduto. Abbiamo calcolato con la Cna, l’organo amministrativo dei carabinieri, il costo totale della manovalanza dei tre carabinieri, ovvero 7.238 euro».

Per quanto riguarda i viaggi invece la situazione è diversa. Qui inizialmente si doveva quantificare la spesa relativa al carburante. «Secondo quanto ricostruito tramite memoriale e celle agganciate dal telefono - ha aggiunto il tenente colonnello - abbiamo ricostruito i vari viaggi. Cuneo scriveva nel memoriale “in giurisdizione” ovvero all’interno dei territori di competenza della compagnia, mentre il suo telefono agganciava Orbetello, a Pomezia, Chiusi e Cortona. Nessuna indicazione invece sulle attività che svolgeva nei viaggi, non era nella delega».

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