Caprarola, i fasti dei Farnese
presto torneranno a splendere

Caprarola, i fasti dei Farnese presto torneranno a splendere
di Laura Larcan
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Mercoledì 21 Agosto 2013, 20:28 - Ultimo aggiornamento: 22 Agosto, 16:28

VITERBO - Ad un metro dall’immensa volta, i restauratori sono al lavoro su stucchi ed affreschi. Con precisione chirurgica, intervengono su piccole parti della superficie. Ma il colpo d’occhio su quel trionfo di figure allegoriche e rilievi decorativi di frutta e fiori un picco di vertigine. Perch ad una visione cos ravvicinata, merito dell’impalcatura aerea, si spalanca un capolavoro assoluto del manierismo, ossia il soffitto della leggendaria sala dei Fasti Farnesiani a Palazzo Farnese a Caprarola. IL GIOIELLO DEGLI ZUCCARI

È la sala più importante del gioiello cinquecentesco, conclusa nel 1564 dal genio di Taddeo e Federico Zuccari talenti sopraffini della poetica teatrale manierista. Chiusa da oltre un anno per un complesso intervento di restauro, la sala sta per svelarsi al pubblico. I lavori, infatti, portati avanti dalla Soprintendenza ai beni storico artistici del Lazio guidata da Anna Imponente, e con la direzione tecnica di Benedetta Montevecchi, stanno per terminare, e per la fine di settembre è prevista la riapertura al pubblico. Un traguardo importante per il palazzo, in consegna alla Soprintendenza ai monumenti del Lazio, che dal 2008 (quando a dirigere i lavori c’era Rosalba Cantone) sta portando avanti un programma di interventi tra sale interne e giardini.

LA VOLTA

Ancora poche settimane e i ponteggi che rivestono tutta la sala, tra le pareti e la volta, saranno smontati. «La volta presentava problemi di microlesioni nella superficie, e leggeri distacchi nelle parti agettanti degli stucchi - racconta Benedetta Montevecchi - Per questo siamo intervenuti con un generale consolidamento sull’intonaco affrescato e sulle decorazioni, insieme ad una pulitura generale e ad una delicata ripresa pittorica, che ha ripristinato la freschezza dei colori». La volta è infatti uno spettacolare gioco di decori a rilievo dove gli straordinari stucchi che riproducono frutta e fiori si dispongono in corone vegetali intorno alla stemma dei Farnese. Solo un primo tassello del «capriccio» degli Zuccari e della loro bottega all’insegna della glorificazione della famiglia.

GLI AFFRESCHI

A completare la suggestione sono le pareti. «Qui siamo intervenuti con una pulitura, tranne la parete nord che presenta problemi di distacco, dove ora dovremo provvedere con i consolidamenti», precisa la Montevecchi. Qui scorrono, come arazzi monumentali, le scene dedicate alla storia dei Farnese. Come suggerisce lo stesso nome, questa sala vuole testimoniare per immagini la crescita e il trionfo della famiglia e della sua corte. Non a caso, gli episodi e i temi sono stati suggeriti e descritti da illustri letterati dell’epoca, come Annibal Caro. «Tutto il palazzo, compresi i giardini, sono un riflesso della magnificenza della famiglia», dice la Montevecchi. I colori sono tornati brillanti, meravigliosi nella loro luminosità sofisticata, così tipica della pittura degli Zuccari, talenti per il «fasto» pittorico delle celebrazioni. «Un talento assai noto ai Farnese che, molto astutamente commissionarono le pitture proprio ai pittori giusti che furono bravissimi a raccontare la storia in modo solare», dice la Montevecchi. La sala è incastonata nell’appartamento estivo, nell’ala nord-est, quella più esposta: «Non a caso, proprio in un angolo della volta, abbiamo rilevato problemi di infiltrazioni di umidità - avverte la Montevecchi - Abbiamo proceduto con l’estrazione di sali che si erano inseriti nella struttura muraria, ma rimarrà sotto monitoraggio perché al di sopra ci sono piccoli terrazzi». Ora la bellezza delle scene è palpabile. I gruppi delle dame impreziosite di vesti e gioielli che evocano i costumi della corte Farnese ma anche delle corti europee. I dettagli dell’ambiente, dal paggio al cagnolino. E i sublimi giochi di sguardi dei personaggi che si intercettano e che rimandano a relazioni politiche ma anche a retroscena psicologici. I ritratti di Taddeo e Federico Zuccari nascosti nel corteo. Fino al «mistero» del ritratto non finito.

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