​Il suicidio di Hassan in carcere, indagini chiuse: sei indagati per omicidio colposo

Mammagialla
di Maria Letizia Riganelli
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Venerdì 3 Marzo 2023, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 17:17

Morte di Hassan, chiuse le indagini della Procura generale. Dopo 5 anni dal decesso del giovane egiziano, morto suicida nel carcere di Mammagialla, arrivano i primi 6 nomi iscritti sul registro degli indagati. Accusati, a vario titolo, di omicidio colposo e omissione di atti d’ufficio.

A rispondere delle accuse di omicidio colposo sono Roberto Monarca, responsabile di Medicina protetta, Pierpaolo D’Andria all’epoca dei fatti direttore del carcere di Viterbo, Elena Niniashvili medico di medica protetta e Massimo Riccio agente delle penitenziaria responsabile della sezione dell’isolamento. Rispondono di omissione di atti d’ufficio il direttore D’Andria e gli agenti della penitenziaria Daniele Bologna e Luca Floris.

Del caso se ne è occupata la Procura generale dopo che nei mesi scorsi ha avocato a sé il procedimento. Un passaggio “forzoso” chiesto a gran voce dai legali dei familiari di Hassan, avvocati Giacomo Barelli e Michele Andreano, che in quella morte avevano sempre avuto troppi sospetti e nessuna certezza. La procura di Viterbo che inizialmente si era occupata della morte del giovane aveva subito presentato una richiesta di archiviazione. Nessun reato rilevato. Ma l’insistenza, le denunce e soprattutto la visione di alcune telecamere presenti nell’istituto hanno fatto riaprire il caso, tanto da far scendere in campo la Procura generale. Col risultato di una conclusione di indagine con 6 indagati importanti.

Hassan Sharaf tenta di togliersi la vita il 23 luglio 2018 mentre si trova in isolamento.

Con una corda di fortuna si impicca alle grate della cella, dopo aver chiesto più volte aiuto agli agenti di guardia. E aver ricevuto in cambio un ceffone e uno sportello sbattuto in faccia. Il suo gesto estremo gli costerà la vita. Il ventenne muore una settimana dopo a Belcolle. Ad accedere i riflettori sul decesso e sulle dinamica del carcere è stato il garante dei detenuti e gli avvocati dei familiari che fin dall’inizio insistono nel dire che quel giovane non solo non doveva finire in isolamento, ma non doveva trovarsi a Mammagialla. Di tutto questo dovranno rispondere i sei indagati.

«Cooperando tra loro - scrive la Procura generale - hanno cagionato, per colpa consistita in imprudenza, negligenza, e imperizia la morte di Hassan Sharaf». Condivide ll’esito della conclusione di indagini l’avvocato Barelli: «Ho appreso della conclusione indagini e penso che sia l’inizio di una storia, ma con 5 anni di ritardo. Sono state accolte le nostre eccezioni che abbiamo portato avanti con caparbietà e questo 415 bis smentisce il lavoro che aveva fatto la Procura di Viterbo che aveva chiesto l’archiviazione». Nelle prossime settimane potrebbe arrivare agli indagati la richiesta di rinvio a giudizio, che sarà poi sottoposta al giudice per l'udienza preliminare.

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