Bytek, la società dei record nata tra i banchi dell'Unitus. Dello Vicario: «Continuiamo ad assumere»

Bytek, la società dei record nata tra i banchi dell'Unitus. Dello Vicario: «Continuiamo ad assumere»
di Federica Lupino
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Domenica 2 Ottobre 2022, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre, 11:50

“Al momento abbiamo 14 posizioni aperte, prevalentemente sul versante tech, che è il nostro cuore pulsante: front end developer, data scientist, digital analyst e back end developer e tante altre sono disponibili sul nostro sito, ma guardiamo con interesse anche alle autocandidature, che analizziamo con attenzione anche in ottica di future collaborazioni”. Una storia di successo quella di ByTek società nata a fine 2014, tra i banchi del corso di Ingegneria meccanica dell'Università della Tuscia, dove Paolo Dello Vicario – che ora ne è Ceo, ovvero amministratore delegato - decide di lanciare un progetto di Web marketing per l'allora appena nato corso di Ingegneria industriale. Da allora, di strada ne è stata fatta davvero molta: ora Bytek, che è continuata a crescere anche durante la pandemia, fa parte del gruppo Datrix, società quotata al comparto EGM della Borsa Italiana. 

Dello Vicario, quanti dipendenti avete al momento e quant'è il vostro fatturato?
“Oggi in Datrix siamo oltre 130 persone, prevalentemente distribuite su tutto il territorio nazionale, ma anche nel resto dell’Eu, in Usa, Messico e India. Abbiamo sedi a Milano, Viterbo, Roma, Cagliari e New York che le persone sono libere di frequentare. I nostri ricavi del 2021 hanno superato i 13 milioni di euro, con una crescita del 47% sull’anno 2020, incremento guidato dalla crescita organica per 2,1 milioni di euro (+23%), e dal contributo dell’acquisizione di Adapex per 2,1 milioni di euro”.

Qual è l'attuale legame con l'Unitus, dove lei ha studiato?
“L’Unitus è rimasta per noi un partner strategico, con cui abbiamo la possibilità di collaborare in diverse vesti. Crediamo fortemente che la Tuscia possa diventare un bacino di competenze interdisciplinari che uniscano tecnologie emergenti e conoscenze di stampo umanistico. La posizione di Viterbo, come ha sottolineato più volte il Magnifico Rettore Stefano Ubertini, permette di accedere a modelli formativi antropocentrici in cui assicurare alta qualità della vita e attrarre eccellenze; non a caso molte prestigiose università si collocano in piccoli centri (Oxford, Cambridge, Yale e tante altre)”.

Quindi il vostro legame col territorio è rimasto saldo?
“Crediamo fortemente in questa missione e continuiamo a collaborare e investire con decine di iniziative, fra le quali segnaliamo, nell’ultimo anno, AI4Future che si terrà presso Santa Maria in Gradi i prossimi 21 e 22 ottobre. L’evento vuole essere il punto di riferimento e di confronto per le imprese e gli studenti del Centro Italia che intendono non solo avvicinarsi all’Artificial Intelligence ma anche capirne le potenzialità specifiche per la propria azienda, il proprio business, la propria carriera.

Penso, poi, al Master di II Livello in AI for Business & Security, organizzato con il Dipartimento di Economia e di Impresa e in partenza a ottobre, ormai alla seconda edizione. 500 ore di formazione in lingua inglese che l’anno scorso hanno attirato studenti da tutto il mondo, dal Messico al Vietnam. C’è poi il progetto AIAGuard, una soluzione di cyber security end-to-end per identificare attacchi all’AI, che stiamo sviluppando insieme all’Università nell’ambito del Competence Center Cyber 4.0.

Lo smartworking: qual è il vostro approccio e gli aspetti qualificanti di questa modalità di lavoro?
“Per noi le modalità di lavoro agile sono state elemento fondativo. Dal primo giorno di attività abbiamo adottato una gestione del lavoro basata sugli obiettivi e sull’autonomia, che è un concetto che stressiamo in tutte le sue sfumature. Le persone possono scegliere da dove lavorare e sono guidate da obiettivi che le guidano nell’attività quotidiana, spingendo a una forte responsabilizzazione individuale in cui ognuno possa sentirsi protagonista”.

E le vostre sedi?
“La scelta non è legata a un tema di risparmio e continuiamo a investire sulle nostre belle sedi, che diventano però luogo di incontro e di scambio: a Milano abbiamo un bellissimo ufficio in Cairoli, davanti al Castello Sforzesco; a Viterbo abbiamo uno spazioso ufficio al Poggino, con un terrazzo ideale per grigliate e aperitivi e larghi open space in cui incontrarsi. Poi c’è la sede che tutti vogliono visitare a Cagliari, oltre all’ufficio tecnico di Roma. Quello che riscontriamo è che le persone hanno voglia di vedersi e incontrarsi, senza obblighi: così capita che le giornate piene di chiamate o in cui è necessaria concentrazione le persone lavorino da casa, che in alcuni periodi l’ufficio si riempia e avvii il suo effetto di forte contaminazione serendipica e che nei periodi in cui il grande caldo avvolge le città le persone si stabiliscano a lavorare in posti più freschi. Questa modalità ci permette inoltre di attrarre talenti senza particolari confini, senza doversi scontrare nei soliti bacini e costruendo un modello che sia davvero più sostenibile, per tutti e per tutto”.

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