Bullicame, per la chiusura del San Valentino c'è da attendere ancora un po': «Sta bloccando tutto il termalismo»

Bullicame, per la chiusura del San Valentino c'è da attendere ancora un po': «Sta bloccando tutto il termalismo»
di Massimo Chiaravalli
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Sabato 30 Gennaio 2021, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 11:43

Bullicame: gennaio avrebbe dovuto essere una sorta di ora X, invece c’è ancora da attendere. Poco, secondo l’assessore Enrico Maria Contardo, eppure non si è ancora arrivati all’apertura del cantiere per la chiusura del pozzo San Valentino. Ora si attende la risposta della Regione Lazio sulla mole di documenti inviati, «e dal giorno dopo si potrà partire». Intanto ieri in commissione sotto i riflettori è finita Atcl, che non applicherebbe parti del suo statuto sul territorio.

Ecco l’ultimo aggiornamento sui lavori al San Valentino, il cui intervento effettuato dalla Gestervit nel 2014 ha causato il prosciugamento della callara. «Ci hanno inviato tutti i documenti. Il 12 gennaio – dice Contardo - l’ufficio ha chiesto delle integrazioni perché mancavano alcuni elementi. Ora abbiamo tutto e lo abbiamo trasmesso alla Regione». E adesso? «Aspettiamo la risposta, ma ormai non ci sono più dubbi sulla chiusura. Per questo intervento la Gestervit ha dovuto produrre oltre 25 documenti, non è una cosa semplicissima».

Sembra però che si sia sempre sul punto di partire, invece non si parte mai. «Lo so – continua l’assessore e vice sindaco - ma se non c’è tutto e poi succede qualcosa sono guai. Uffici e Regione vogliono stare tranquilli, la Gestervit ribadisce che è pronta a intervenire in qualsiasi momento. Appena risponde la Regione, dal giorno dopo possiamo partire.

Sollecito in continuazione il mio dirigente perché per me arrivare alla chiusura del pozzo San Valentino è una questione prioritaria: sta bloccando il termalismo». Senza, infatti, rimane in sospeso il contratto con le Terme dei Papi e il progetto di ampliamento dello stabilimento comunale.

In quarta commissione invece c’era da approvare la presa d’atto della modifica dello statuto di Atcl, che gestisce il teatro dell’Unione. Solo che, maneggiando i ferri del mestiere, ad Alfonso Antoniozzi (Viterbo 2020) alcune cose non sono quadrate. «Leggo lo statuto e penso: questa roba dove sta? Quanto scritto è bellissimo – ha spiegato - ma non l’abbiamo visto. Perché? Parla di sinergia col territorio, seminari, aggiornamento professionale: se siamo soci dovremmo a mio parere suggerire di applicarlo anche nel nostro territorio. Avete visto sostegni alle compagnie teatrali? Saremmo straordinariamente felici, diamo una tirata di orecchie».

La delibera è stata approvata, non prima di una replica dell’assessore Marco De Carolis: «Atcl ha dato modo di far vedere quello che vale. Ci sono stati spettacoli nazionali che negli ultimi anni non si erano proprio visti. All’interno del teatro sono stati portati avanti anche una serie di progetti tra cui mostre. Fino a oggi non ci ha deluso. Prendo comunque atto della richiesta».

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