Accusati dai magistrati di aver avuto una condotta negligente e di non aver disposto un immediato ricovero in ospedale, al reparto di cardiologia. Ieri mattina i due dottori sono stati condannati dalla giudice Silvia Mattei a 4 e 6 mesi di reclusione (pena sospesa) e al pagamento di una provvisionale di 10mila euro ciascuno, per ogni parte civile costituita. Ovvero il fratello e due sorelle di Fallico.
Il brigatista era recluso a Viterbo dal 2010. Era stato arrestato l'11 giugno 2009, mentre ricostruiva le Nuove Br e organizzava un attentato al G8 in Sardegna. Il 14 settembre 2010 viene trasferito a Viterbo perché il processo a suo carico si celebrava davanti alla Corte d'assise di Roma. Esponente della prima ora del Movimento comunista rivoluzionario-Nucleo Tiburtino, avrebbe avuto rapporti con Nadia Desdemona Lioce, la brigatista condannata in via definitiva all'ergastolo per gli omicidi di Marco Biagi e Massimo D'Antona; era ritenuto responsabile anche del fallito attentato alla caserma Folgore a Livorno.
Al processo i compagni di cella di Fallico raccontarono dei giorni precedenti alla morte. «Non stava bene disse il vicino di cella, altro ex brigatista, Riccardo Porcile cambiava spesso colore e si lamentava. Il 18 maggio eravamo nell'ora d'aria e ha avuto un mancamento. Abbiamo chiamato gli agenti e lo hanno portato dal medico che gli ha dato delle pasticche. Lì per lì era migliorato ma due giorni dopo, quando siamo andati a Roma per assistere all'udienza, stava di nuovo male. E il giorno dopo era morto». Fallico viene trovato senza vita alle 9.30 del 19 maggio nella sua cella. Il giorno prima aveva preso parte all'udienza davanti alla Corte d'assise di Roma.
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