Il suo è uno dei tre nomi della rosa di FdI insieme a Claudio Ubertini e Luigi Maria Buzzi. Come nasce la sua candidatura?
«Mi sono assunto questa responsabilità perché in questi 5 anni ho fatto un percorso esterno alla politica ma di fatto politico, relativo alla promozione del territorio e al rilancio del settore eno-gastronomico, che mi ha consenti di allacciare relazioni con il mondo agricolo, imprenditoriale, del terziario. E da molti è arrivata la sollecitazione a mettermi in gioco».
Nel 2013 ha corso per le regionali...
«Sì, presi 9mila voti con 3.500 preferenze e un partito nato da due mesi».
Su cosa punterebbe da sindaco?
«Il centro storico, la sicurezza, la promozione e il marketing territoriale. Il cuore della città è allo sbando, serve invece una programmazione seria perché da qui riparte l'economia della città. Un centro pulito e sicuro richiama turisti. E il turismo crea indotto. Come si pretende di garantire la sicurezza con solo 51 uomini della polizia locale, compreso il dirigente, a controllare un territorio vastissimo, quando ne servirebbero almeno il doppio? E figuriamoci se con questi numeri possono controllare le frazioni».
La cosa peggiore dell'amministrazione Michelini?
«Essersi fatti commissariare dal prefetto, per fortuna che c'è lui, per l'emergenza neve. È stato il simbolo dell'incapacità di una giunta che in 5 anni non è stata nemmeno capace di gestire l'ordinario».
Salva qualcosa?
«Solo una: la Macchina di Santa Rosa all'Expo. Che però, a ben vedere, era opera di Barelli».
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