Bentivegna (Anp): «Il concorso del Messaggero una straordinaria occasione per i giovani»

La presidente Anp Bentivegna
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Martedì 15 Dicembre 2020, 05:20

“Ho accolto con immenso piacere la proposta che “Il Messaggero” rivolge ai giovani. Il concorso “Che cosa è importante per me” non ha solo il merito di far conoscere la storia di Willy Monteiro Duarte ed Emanuele Morganti, due giovani vite spezzate da una violenza assurda e senza senso. È, infatti, anche un’occasione straordinaria per far riflettere i giovani sui valori che dovrebbero orientare la loro esistenza, farli ripiegare su se stessi per ascoltare la loro anima, troppo spesso assordata dai rumori della realtà circostante”.

Maria Antonietta Bentivegna, presidente provinciale dell’Anp (Associazione nazionale dei presidi), plaude al premio letterario indetto dal Messaggero proprio con l’appoggio dell’Anp di Roma e Lazio, e rivolto ai giovani tra i 14 e i 19 anni. 

“Ho sempre sostenuto, da docente prima e da dirigente poi, che i ragazzi, oltre che la nostra attenzione, meritano – sottolinea Bentivegna - la nostra fiducia; solo in quella stima troveranno la forza per impegnarsi, il “carburante giusto” per andare avanti, la motivazione necessaria per non deluderci. Solo così riusciranno a dare il meglio di sé e finiranno per stupirci, sorprenderci oltre ogni previsione”. 

Uno spirito che rispecchia appieno dello dell’associazione dei presidi. “Anp, sempre attenta verso la scuola e verso il mondo dei ragazzi, non poteva che accogliere con piacere e farsi sostenitrice della proposta.

L’entusiasmo caloroso che i colleghi dell’Associazione nazionale presidi di Viterbo hanno dimostrato nei confronti dell’iniziativa è stato – prosegue - la conferma della validità della stessa, che viene presentata in un momento particolarmente significativo in cui le scuole stanno approvando modalità e contenuti relativi all’insegnamento dell’Educazione civica, che  prende avvio dal corrente anno scolastico”.

Anzi, Bentivegna va oltre e spiega di aver ricevuto la richiesta da molti colleghi che dirigono Istituti comprensivi perché analoga iniziativa, al momento destinata solo agli studenti delle scuole superiori, venga rivolta anche ai più giovani.

“In questo momento così delicato e così complesso – prosegue - si sente sempre più forte l’esigenza di recuperare i valori, quelli veri, da cui troppo spesso ci siamo allontanati.  In un momento in cui sembrano venute meno tutte le certezze, dobbiamo dare ai ragazzi punti di riferimento forti; far capire loro quello che davvero conta nella nostra fragile esistenza umana, messa così a rischio dalla pandemia. Come però non pensare alla difficoltà che i giovani hanno nel trovare esempi positivi a cui ispirarsi? È questo che più ci angoscia. Non possiamo pretendere da loro comportamenti e valori – conclude con un monito - che troppo spesso gli adulti tradiscono”.

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