Bar chiuso la sera dalla Macchina: è vicino all'ingresso per gli ospiti della prefettura. I gestori: «Fateci lavorare»

Il bar all'inizio di via San Lorenzo
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Sabato 17 Agosto 2019, 16:03
«Ci chiedono di stare aperti a Ferragosto, quando le presenze sono scarse, per dare un servizio alla città. Poi il 3 settembre ci impediscono di lavorare». Quest’anno come lo scorso.

Per Marco Bernini, che insieme al fratello gestisce da 18 anni il Caffè San Leonardo di via San Lorenzo, la iattura è impressa sullo stipite delle porta: nel quadro che contiene il numero civico. Vicino, troppo, alla porta secondaria della Prefettura, quella da dove accedono al Palazzo del Governo gli ospiti invitati per ad assistere al trasporto della Macchina di Santa Rosa. «Per ragioni di sicurezza la strada viene blindata - spiega Bernini - Le transenne sbarrano le porte del bar impedendo di fatto l’entrata: tagliandoci fuori da tutto».

Nessun ordinanza, piuttosto una decisione che rientra nei poteri del prefetto Giovanni Bruno al quale i fratelli Bernini si rivolgono: «Non vogliamo fare polemica, solo poter lavorare. Per questo chiediamo un incontro: per mettere sul tavolo il problema e trovare una soluzione. Lo scorso anno la comunicazione c’è stata fatta arrivare alle 18 del 3 settembre. Stavolta prima ma la sostanza non cambia».

La disposizione del prefetto non tocca solo il bar, ma altre attività (tra cui una tabaccheria) che però, diversamente da quella dei fratelli Bernini, non aspettano la sera del Trasporto per poter fare cassa. E, cosa peggiore, si allunga su un tempo indefinito, dall’arrivo dei primi ospiti intorno alle 18 fino a quando l’ultimo non ha lasciato il palazzo: «Praticamente, quando c’è il picco del lavoro».

Insomma, piuttosto che fissare la vetrina e il passeggio la via maestra è quella di tenere la saracinesca abbassata. «Un anno fa, tra personale extra e mancato guadagno, la perdita è stata di quasi 5mila euro. Tutti i locali, il 3 settembre, possono stare aperti ben oltre l’orario stabilito mentre noi ci vediamo costretti a chiudere perché l’incasso non coprirebbe neppure le spese».
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