Auto riciclate, i testimoni: «Su 3 mila auto solo 5 hanno avuto problemi»

Polizia
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Mercoledì 18 Maggio 2022, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 13:41

«Su tremila auto solo 5 hanno avuto problemi, ed erano quelle prese dal venditore napoletano». Gli ultimi testimoni del processo al proprietario di un autosalone di Ischia di Castro “scaricano” tutta la colpa sul coimputato originario della Campania. E’ ripreso ieri mattina il procedimento scaturito dall’inchiesta “Castro”. Un’operazione di polizia che portò alla luce un’attività di riciclaggio di veicoli di media cilindrata, principalmente Fiat 500 e Jeep Renegade.

Oltre all’imprenditore di Ischia di Castro, assistito dall’avvocato Samuele De Santis, fu arrestato anche un trentenne napoletano considerato la mente dell’attività criminale, che ha già chiuso i conti con la giustizia patteggiando 3 anni e 6 mesi di pena. Il modus operandi, secondo l’accusa, era collaudato e sempre lo stesso: le auto rubate sul territorio italiano, principalmente a Napoli, venivano nuovamente poste in circolazione dopo la modifica dei numeri di telaio, con quelli appartenenti a medesimi veicoli regolari circolanti in altre nazioni, creando di fatto dei cloni.

A essere prese di mira, quasi sempre, vetture di media cilindrata, rubate, nella maggior parte dei casi, nel napoletano e rivendute, attraverso il concessionario viterbese, ad ignari acquirenti a carico dei quali è stato poi operato il sequestro.

La polizia è riuscita a sequestrare 12 auto, restituite ai legittimi proprietari, e di individuarne altrettante, oltre a documentazione falsa utilizzata per riciclare i veicoli rubati. «L’autosalone dove lavoravo - ha spiegato un dipendente - aveva diversi fornitori, non aveva bisogno del venditore napoletano. Con lui ci sono stati rapporti saltuari. Vendeva a chiunque e acquistava dove trovava e sempre con gli stessi meccanismi. Per quanto ne so, abbiamo avuto problemi solamente con le auto prese da lui». Si torna in aula a ottobre.

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