Appalto rifiuti, la gara è irregolare: per l’Anac è tutto da rifare

Rifiuti
di Maria Letizia Riganelli
3 Minuti di Lettura
Sabato 22 Ottobre 2022, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 17:22

L’Appalto dei rifiuti è irregolare e viziato. Per l’Anac è tutto da rifare. La gara pubblica per l'individuazione del socio privato e partner industriale della Sate, la società che svolge il servizio di gestione dei rifiuti di Civita Castellana e controllata al 51% dal Comune, è finita sotto la lente dell’Autorità nazionale anticorruzione che, con una delibera del 19 ottobre, intima all’amministrazione civitonica di sistemare la procedura entro 30 giorni.

Un mese per annullare il bando e rifarlo da capo secondo il codice degli appalti.

Il Comune di Civita Castellana, lo scorso 28 settembre, ha pubblicato una gara per un importo di 15 milioni 764mila euro. Il termine per la presentazione delle offerte è fissato al 15 novembre. La Sate, che gestisce il servizio rifiuti, da decenni “lavora” con l’Azienda consortile Lazio, che rappresenta il partner privato. Partner fisso da 21 anni. Prima con regolare affido dopo aver vinto il bando. Poi (dal 2016) in virtù di proroghe dettate da ordinanze urgenti e motivi tecnici. Il nuovo bando, pubblicato dal Comune, serviva per regolamentare la situazione e fornire alla Sate un socio privato con regolare appalto.

Ma per l’Anticorruzione il bando, così come pubblicato, è totalmente illegittimo e lede il giusto principio della concorrenza. Due i punti principali sollevati: il divieto di avvalimento (che consente a un operatore economico di colmare i requisiti mancanti ma necessari per partecipare a una procedura di gara avvalendosi delle capacità di altri soggetti) e il triennio di riferimento per la comprova dei requisiti.

«Nell’ambito del monitoraggio della Banca dati nazionale dei contratti pubblici - spiega l’Anac - sono emerse infatti illegittimità rilevanti e diverse criticità limitative della concorrenza. In un contesto in cui il contratto di partecipazione del socio privato è stato ininterrottamente prorogato da ben sei anni, infatti, il divieto generalizzato dell’avvalimento previsto dal bando, accanto alla previsione di un triennio di riferimento per la comprova dei requisiti non coerente con la norma, determinano un restringimento ingiustificato della possibilità di partecipazione degli operatori economici».

L’Anac non lo dice chiaramente, ma il sospetto è che il bando, così com’è, rischi di finire nelle mani dello stesso partner privato che ha gestito i rifiuti senza che vi sia una giusta concorrenza. «Anac  - conclude - invita all'annullamento di tutti gli atti di gara. Raccomanda, in occasione della futura e successiva riedizione della procedura di gara, una rivalutazione della complessiva documentazione anche alla luce degli ulteriori vizi evidenziati nella delibera Anac, assegna un termine di 30 giorni per agire in conformità, con avvertenza che, in mancanza, l’Autorità sarà legittimata ad impugnare la documentazione di gara esaminata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA