Allarme siccità, la ricetta del Biodistretto della via Amerina

Allarme siccità, la ricetta del Biodistretto della via Amerina
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Venerdì 1 Luglio 2022, 17:04 - Ultimo aggiornamento: 17:09

Emergenza idrica: il Biodistretto della Via Amerina ha scritto la sua ricetta per prevenire i danni. Le proposte sono state presentate alla facoltà di Agraria di Viterbo, alla presenza dell'assessora regionale alla transizione ecologica, Roberta Lombardi, e Danilo Monarca, direttore del Dafne dell'Unitus.

Apertura dei lavori dal presidente del Biodistretto Famiano Crucianelli, che ha spiegato le ragioni dell'incontro. «La siccità che sta causando danni socio- ambientali nella Tuscia e per quseto c'è l'esigenza di una programmazione». Tra i relatori i professori Roberto Mancinelli, Giueppe Nascetti e Antonella Litta (Associazione medici per l'ambiente). Sono intervenuti agricoltori dell'Agro falisco e dei colli che circondano il lago di Bolsena, molto preoccupati. Sette le proposte presentate, su cui c'è stata anche una convergenza dell'assessore Lombardi.

Le indicazioni vanno dallo spreco minore di acqua attraverso l'uso di una irrigazione intelligente; al sostegno all'agricoltura biologica passando attraverso il recupero della potabilità delle acque. Quelle del lago di Vico sono state portate ad esempio per il possibile miglioramento.

Ma c'è anche la necessità di controllare il prelievo e monitorare l'uso nelle campagne, in particolare dove sono presenti noccioleti. Proposto di trasformare le cave (un centinaio quelle censite) in possibili piccoli laghi, con la raccolta dell'acqua piovana. Tra le indicazione, nel corso del dibattito c'è stata quella di depurare le acque reflue per averle a disposizione per l'irrigazione. Infine, come madre di tutte le battaglie, è stata proposta l'idea di dare indicazioni sul risparmio dell'acqua, attraverso una campagna di informazione e formazione dei cittadini.

«Oggi l'acqua è sempre più scarsa, i ruscelli sono all'asciutto ha detto Crucianelli e in questi anni le denunce sono state sempre concrete: oggi dimostrano quanto fossero fondate. L'irrigazione senza criterio dei noccioleti ormai è un problema strutturale, perché le piantagioni si sono portate fuori dalle aree di vocazione naturale e la captazione di acqua avviene con pochi controlli dei pozzi e le pompe spesso succhiano dai corsi d'acqua».

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