Agriturismi senza clienti nel Viterbese: «Fatturati giù dell'80%»

Agriturismi senza clienti nel Viterbese: «Fatturati giù dell'80%»
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 10:17

Anche gli agriturismi, una delle risorse per l'economia agricola e non solo del Viterbese, sono penalizzati dalla chiusura serale e delle restrizioni imposte dal Dpcm, che rendono ancora più difficile la ripartenza delle aziende dopo il lockdown di primavera. Lo sottolinea la Coldiretti Lazio, che rimarca come molte aziende del Lazio non sono in grado di sostenere le limitazioni previste per far fronte alla pandemia, «a causa del calo del fatturato registrato dal settore e delle spese, che gli agriturismi hanno dovuto sostenere per rispettare le normative antiCovid in merito alle sanificazioni degli ambienti e all'adeguamento degli spazi».
Con le attività di ristorazione sono consentite solo dalle ore 5 alle 18 si è verificato un calo del 50 per cento delle presenze, anche se permane la possibilità della consegna a domicilio e la ristorazione con asporto fino alle 22. «Quello che non si prende in considerazione dice Cristina Scappaticci, già responsabile di Terranostra Lazio - è che la maggior parte degli agriturismi si trova lontano dai centri urbani e la pausa pranzo non è sufficiente a coprire i costi. Stiamo lavorando per incrementare le consegne a domicilio, in cui registriamo una crescita della domanda. Questo ci consente di continuare a diffondere la cultura dei nostri territori e di tramandare le ricette tipiche portandole nelle case dei nostri clienti.
Nel Lazio sono circa 1300 gli agriturismi e 15 mila i posti letto, un 12% circa è nel Viterbese. Strutture che durante il lockdown sono rimaste chiuse a causa delle restrizioni imposte per contenere i contagi, ma che hanno determinato un calo del fatturato di oltre l'80%. «Una lievissima ripresa è stata registrata durante il periodo estivo, con la ripresa delle cerimonie, che erano state bloccate. Le strutture - aggiunge Coldiretti - hanno avuto un leggero aumento presenze solo ad agosto, che comunque non è andato oltre il 10 per cento, grazie alle prenotazioni di soggiorni prolungati di tre o quattro giorni e ad una maggiore affluenza di turisti italiani. Netto calo dei turisti stranieri, con presenze quasi azzerate, che per alcune strutture rappresentano la maggioranza degli ospiti degli agriturismi».
 

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