Agricoltura, nella Tuscia calano imprese, export e presenze negli agriturismo. E non solo per il Covid

Agricoltura, nella Tuscia calano imprese, export e presenze negli agriturismo. E non solo per il Covid
di Federica Lupino
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Sabato 4 Febbraio 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 19:46

Calano le imprese e le presenze nelle aziende agrituristiche nella Tuscia. Non solo sotto Covid. È quanto emerge da “Illegalità e criminalità nelle filiere agroalimentari e nell’ambiente delle Province del Lazio”, report realizzato dalla fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare, in collaborazione con la Regione Lazio e il ministero della Transizione ecologica, che fotografa lo stato di salute del settore degli ultimi anni.

Lo studio evidenzia come gli effetti della pandemia si siano fatti sentire in tutto il Lazio ma nella Tuscia con un impatto maggiore rispetto ad altri territori.  Inoltre, il trend storico dimostra un settore in cui, nonostante le eccellenze del territorio, si registra un andamento negativo. Il trend in calo ha interessato le imprese agricole di tutte le province laziali: Roma -2.198; Latina -2.148; Viterbo -1.192; Frosinone -909; Rieti -198 (dal 2009 al 2° trimestre del 2021). In particolare, nel Viterbese le aziende agricole totali nel 2009 erano 12.976, scese a 11.784 nel secondo semestre del 2021.

Ombre anche sull’offerta agrituristica, pesantemente colpita dalla pandemia. Il dato scorporato a livello provinciale mostra perdite considerevoli soprattutto nella provincia di Roma, che è passata da un totale di 17.996 arrivi nel 2019 ai 5.632 arrivi in piena emergenza sanitaria (2020). Per le altre province, Rieti e Frosinone si sono mantenute al di sotto delle mille unità perse (rispettivamente -487 e -676), mentre Latina è stata quella che ha reagito meglio all’impatto del Covid (-190 arrivi).

Ma l’altro territorio in forte calo è Viterbo, passato da 22.151 arrivi del 2019 ai 15.548 del 2020 (-6.603). “Le limitazioni imposte dal Covid-19, il blocco degli spostamenti, nonché delle attività commerciali sono evidenti soprattutto – continua il report - nei dati relativi agli arrivi degli stranieri nell’anno 2020. Se nel 2019 gli arrivi dall’estero nel Lazio erano 15.776, nel 2020 sono stati appena 2.721, cifra che rende l’idea delle pesantissime perdite alle quali il settore agrituristico regionali ha dovuto far fronte durante la pandemia”.

Il quadro che emerge è quello di un territorio regionale non omogeneo, caratterizzato da evidenti differenze da provincia a provincia. Infatti, mentre “negli ultimi anni alcune hanno fatto registrare una variazione positiva dell’export, come quella di Roma (+37%) e Latina (+48%), altre hanno ottenuto una variazione negativa come quella di Rieti (-54%) e Viterbo (-31%)”. In generale, a livello di esportazioni Latina fa la parte del leone, rappresentando da sola il 43,4% dell’export agroalimentare regionale, seguita da quella di Roma con il 37%. Contribuiscono in maniera minore le province di Viterbo (10,5%), Frosinone (8,7%) e Rieti (0,4%).

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