Spazio ai prodotti ''sfruttamento zero'' nei supermercati: proposta dei sindacati contro il caporalato

Spazio ai prodotti ''sfruttamento zero'' nei supermercati: proposta dei sindacati contro il caporalato
di Simone Lupino
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Domenica 23 Ottobre 2022, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 12:58

Alimentazione “caporalato free”. All’interno dei supermercati della provincia di Viterbo potrebbero apparire a breve degli spazi di promozione per i prodotti che provengono da aziende agricole certificate con sfruttamento zero.
E’ una delle proposte emerse la scorsa settimana in una riunione convocata dall’Inps con prefettura, sindacati, forze dell’ordine, datori di lavoro e associazioni per rilanciare la rete del lavoro di qualità, il registro al quale si possono iscrivere le imprese che dichiarano, assumendosene la responsabilità, di essere in regola con i contributi, le tasse e la sicurezza. “Nella Tuscia si contano circa 12.000 aziende agricole. Togliendo le più piccole a conduzione famigliare, sono duemila quelle che avrebbero le caratteristiche per iscriversi alla rete del lavoro di qualità, ma per ora solo cento hanno aderito”, spiega Sergio Giovagnoli, portavoce delle Rete antitratta della provincia di Viterbo.

Troppa burocrazia? Scarsa informazione? Cosa dovrebbe spingere una azienda a fare un passo avanti? “L’adesione determina che le aziende iscritte non siano prioritariamente oggetto dei controlli posti in essere dall’’Ispettorato e dell’Inps. E questo sarebbe di grande aiuto: più imprese si iscrivono e meno ampia sarà la platea di imprese su cui concentrarsi”. Finora però non è bastato.

Ancora Giovagnoli: “L’idea di valutare un accordo con la grande distribuzione per promuovere i prodotti delle aziende della rete è stata messa sul tavolo dai sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila.

In aggiunta, noi della Rete antitratta abbiamo proposto di lanciare una campagna di informazione e comunicazione tra le aziende agricole, che potrebbe rappresentare anche una occasione utile a far emergere le necessità e i bisogni delle imprese in questo momento di crisi e impedire che qualcuno prenda la scorciatoia di risparmiare sul costo dei diritti dei lavoratori”. Se ne riparlerà a breve.

Il tema di un cibo che sia giusto, oltre che buono e pulito, è al centro anche di “Tuscia in bio”, la manifestazione promossa da Slow Food nel week end a Valle Faul con mercato e convegni. Ieri focus sull’agricoltura sociale. L’incontro si è aperto con il saluto da parte dell’assessore comunale all’Agricoltura Silvio Franco e dell’assessore regionale alle politiche sociali Alessandra Troncarelli. Non poteva mancare ovviamente l’università della Tuscia, rappresentata dal professor Saverio Senni. Nel 2005 fu proprio l’Unitus a lanciare il primo master dedicato all'agricoltura sociale, mentre l'anno prima la Fondazione Carivit finanziò una mostra fotografica dedicata allo stesso tema.

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