Affaire biblioteca, sentiti consiglieri e assessore comunali a Civita Castellana

L'interno della biblioteca
di Ugo Baldi
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Venerdì 28 Febbraio 2020, 15:04
Affaire biblioteca comunale di Civita Castellana: l’inchiesta della Procura del capoluogo procede a suon di convocazioni in caserma. In questi giorni scorsi sono stati ascoltati dalla Guardia di finanza i consiglieri comunali di opposizione, oltre a una delle due assessori donna della giunta Caprioli.

Si tratta di convocazioni di soggetti ascoltati come persone informate sui fatti, ritenute utili forse per mettere al loro posto qualche tassello di una vicenda che ha tenuto banco per mesi dopo la scorsa estate. Soprattutto a livello politico, scatenando una valanga di polemiche, dopo la decisione-lampo della giunta comunale di affidare la gestione di parte del personale a una cooperativa (poi non andata a buon fine). Decisione a cui sono seguite le denunce della minoranza.

Dunque, dopo il triplo blitz delle Fiamme gialle negli uffici comunali di piazza Matteotti, nei quali sono stati recuperati documenti sulla gestione della biblioteca, sembra proprio che l’indagine sia passata a una seconda fase. Che è quella di un maggiore approfondimento su come si sono svolte le procedure per l’assegnazione a quella specifica cooperativa.

Le indagini sono partite dopo la denuncia presentata alla Procura della Repubblica del capoluogo dai consiglieri di minoranza (Pd, Forza Italia e Rifondazione comunista) un paio di mesi fa; minoranza che ritenne non soddisfacenti le spiegazioni che furono presentate dalla giunta guidata da Franco Caprioli.  L’opposizione aveva puntato l’indice contro la maggioranza ritenendo non corretto affidare la gestione del personale della struttura a una cooperativa viterbese, senza bando o altra selezione.

Al termine di un consiglio comunale dedicato all’argomento, la stessa minoranza aveva ribadito che in quell’affidamento c’erano «troppe opacità e troppe situazioni che non convincono». Da qui la denuncia alla magistratura. ma anche il prefetto Giovanni Bruno aveva chiesto informazioni per ben due volte all’amministrazione comunale. Ma non solo: oltre alla magistratura a breve dovrebbe scattare anche “l’approfondimento” dell’Anac (autorità anticorruzione), come richiesto sempre dall’opposizione.
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