Acquarossa, un impianto a biometano a ridosso delle attività produttive: «Imprenditori preoccupati»

Acquarossa, un impianto a biometano a ridosso delle attività produttive: «Imprenditori preoccupati»
di Massimo Chiaravalli
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Venerdì 11 Giugno 2021, 06:25

In attesa che entri nel vivo il match sui rifiuti, rischia di scoppiare un altro bubbone simile a quello del Poggino. Stavolta al centro c’è la zona dell’Acquarossa, su cui pende una richiesta per la realizzazione di un impianto a biometano proprio a ridosso di molte imprese. Le linee guida del nuovo appalto rifiuti invece sono state invece solo accennato: se ne riparlerà martedì.

La seduta di consiglio ieri è ripresa con le interrogazioni rimaste in sospeso dalla volta scorsa. Tra queste, quella del capogruppo del Pd, Alvaro Ricci. «C’è un procedimento di Via alla Regione Lazio – ha detto – realizzare un impianto a biometano all’Acquarossa. Gli imprenditori sono molto preoccupati, hanno sottoscritto un appello inviato a Comune e Provincia. Parliamo di aziende che occupano circa 400 dipendenti».

Ecco i problemi. «Sono emerse criticità importanti come l’adduzione idrica, non ci sarebbero poi scarichi per confluire nelle fognature e non sarebbe ammissibile una fossa asettica. Sono legittimi gli interessi di chi propone l’impianto, ma si valutino impatto e inquinamento ambientale in modo che non vengano pregiudicate le attività». D’accordo per la maggioranza Giulio Marini (Forza Italia) e Gianluca Grancini (FdI). Secondo il primo «andremmo a importare ancora rifiuti da fuori. Lì ci sono i mercati generali e imprese alimentari». «Un tema importante da affrontare presto. Spero che il sindaco si prenda questo impegno», ha aggiunto il meloniano.

Poi però sono emerse delle falle. «In conferenza dei servizi – ha sostenuto il capogruppo di Forza civica, Giacomo Barelli – il Comune non ha posto alcuna riserva, cosa che invece ha fatto la Provincia.

Come per il Poggino anche per l’Acquarossa saranno problemi seri. Siete come sempre impreparati, ogni volta tutti d’accordo ma alla fine il Comune non fa niente». Per nulla dello stesso avviso il sindaco Giovanni Arena: «Abbiamo espresso parere negativo sull’impatto di Co2». Cosa che a Ricci però non risulta.

In coda alla seduta, Barelli è riuscito a fare uno sgambetto alla maggioranza ottenendo l’anticipazione del punto sui rifiuti: «L’appalto ponte termina a fine agosto, il tempo è scaduto. Se in commissione si è deciso che la delibera debba andare in consiglio, vuol dire che è pronta». In quella sede Fondazione aveva chiesto un approfondimento per capire quanto le modifiche avrebbero influito sulla Tari. «L’emendamento sulla riduzione delle isole di prossimità ha costi significativi», ha replicato il capogruppo Gianmaria Santucci. Sul fronte Viterbo 2020, Chiara Frontini ha espresso «preoccupazione sulla pratica, datata ormai 23 aprile: ci sono scadenze pressanti. Se è arrivata in consiglio significa che può essere discussa». Dopo una sospensione, la ripresa con la lettura della delibera: punto aperto, ma la battaglia è rinviata.

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