Abusi d’ufficio e d’edilizia a Montefiascone, arrivano due condanne

Il Tribunale di Viterbo
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Giovedì 8 Dicembre 2022, 06:00

Abusi d’ufficio e d’edilizia a Montefiascone, arrivano due condanne. Il collegio del Tribunale di Viterbo, ieri mattina, ha inflitto all’ex dirigente del Comune Angelo Cecchetti 8 mesi di reclusione e 4 mesi all’architetto Massimo Ingrosso I due erano accusati, a vario titolo, insieme ad altri 5 imputati di violazione al testo unico di materia di edilizia e di abuso l’ufficio. Per gli altri 5, l’ex assessore e imprenditore Massimo a Ceccarelli, Luca Cicoria; Adriano Magnani; Maria Luisa Menchinelli e Patrizia Ranaldi, è arrivata puntuale la prescrizione. Tutto ruotava intorno ai dei permessi rilasciati dal Comune di Montefiascone per la realizzazione di un fabbricato residenziale su un’area ubicata in località Poggio del Crognolo.

Area che fu anche posta sotto sequestro. Gli imputati erano tutti gli attori che avrebbero avuto un ruolo nella vicenda. Dal titolare dell’impresa, al tempo assessore comunale, al progettista abilitato che avrebbe attestato nella dichiarazione alla richiesta di permesso la conformità delle opere; e ancora dal secondo progettista che avrebbe incaricato il costruttore a predisporre documentazione tecnica al comune attestando dichiarazioni Dia al responsabile tecnico dell’amministrazione.

L’inchiesta della Procura di Viterbo muoveva da un esposto presentato nel 2017 da tre sorelle, proprietarie del terreno confinante.

I primi a leggere l’esposto furono i carabinieri forestali di Montefiascone che alcuni giorni dopo si presentano sul cantiere. E raccolte alcune informazioni andarono in Procura per avviare l’indagine. Secondo la forestale i permessi a costruire risalivano al 2010 e ci sarebbero state violazioni vistose. Nonostante questo il 6 maggio del 2017 venne presentata una variante per il fabbricato per sfruttare la legge sul Piano Casa.

La legge sul piano casa è stata tirata in ballo anche ieri durante le repliche dal pm Massimiliano Siddi: «In quella situazione non era applicabile e l’imputato Cecchetti che ha avviato le pratiche ne era perfettamente consapevole. La sua posizione, per questa Procura, resta grave».

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