A Vulci scoperta tomba etrusca di bambino, risale al IV-II secolo a.C.

A Vulci scoperta tomba etrusca di bambino, risale al IV-II secolo a.C.
di Marco Feliziani
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Venerdì 5 Giugno 2020, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 13:36

Con la ripresa degli scavi archeologici, il parco di Vulci regala agli studiosi un nuovo patrimonio storico. È stata infatti scoperta una tomba risalente al IV-II secolo a. C. appartenente probabilmente a un bambino etrusco.

La testimonianza deriva dalla corta lancia in ferro rinvenuta e dalle esigue dimensioni di alcune ossa che risultano comunque combuste a causa del rito incineratorio al quale il piccolo scheletro è stato sottoposto circa 2.700 anni fa. La sepoltura a fossa è sfuggita all’opera dei clandestini le cui condizioni hanno conservato oggetti di pregio storico e archeologico. Si tratta di un ricco corredo funerario il cui pezzo più importante è un’anfora in argilla figulina dipinta con motivi geometrici (cosiddetta produzione etrusco-geometrica) con delle oinochoai miniaturistiche applicate sulla spalla.

Una rara forma per gli archeologici, che trova un interessante confronto, anche se di livello stilistico inferiore, con un esemplare proveniente dalla cosiddetta “Tomba C” di Mandrione di Cavalupo, oggi conservata presso il museo della Badia di Vulci.

L’unico altro confronto esistente per questo apparato decorativo è un cratere, sempre proveniente da Vulci, ed esposto al museo del Louvre. Molto interessante è inoltre una situla in ceramica figulina, questa volta completamente rivestita da uno strato di pittura rossa. Figurano poi altri manufatti tipici del panorama vulcente di questo periodo, come le olle a rete a costolature e apofisi applicate, provviste di coperchio, ovvero le ciotole monoansate in impasto. Spiccano inoltre dalla tomba alcuni piccoli oggetti personali come vaghi d’avorio e anelli e catenelle in bronzo.

Il corredo è stato traferito nei laboratori della Fondazione Vulci, dove i tecnici svolgeranno il delicato lavoro di restauro e conservazione. Gli scavi sono invece condotti dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Etruria meridionale, in collaborazione con la Fondazione Vulci, il Comune di Montalto di Castro e la Regione Lazio.

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