A Viterbo è sacrilego raffigurare la corruzione, annullata la mostra con le opere di Paternesi

Il complesso della Quercia
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Sabato 9 Aprile 2022, 05:15 - Ultimo aggiornamento: 19:57

A Viterbo è sacrilego raffigurare la corruzione. Disegnare e poi dipingere su tela un passaggio di bustarelle tra politici, mentre Chiesa e Magistratura sono girate di spalle, risulta scomodo, sconveniente e offensivo. Da eliminare. Questo pomeriggio nel complesso monumentale di Santa Maria della Quercia avrebbe dovuto essere inaugurata la mostra organizzata dal gruppo d’Arte “Incontriamo il nostro tempo” fondato nel 2003 e formato da Luigi Fondi, Paolo Crucili, Riccardo Sanna. A cui aveva aderito anche il mastro Alessio Paternesi, che per l’occasione avrebbe esposto le ultime opere del ciclo “Indovina la Commedia”.

L’evento però è stato annullato. E questo pomeriggio non ci sarà nessun taglio del nastro, nessun opera da guardare. A cancellare l’iniziativa sono stati gli stessi tre artisti del gruppo “Incontriamo il nostro tempo” per solidarietà col mastro Paternesi. «Un quadro in particolare del mastro - spiega Riccardo Sanna - non ha incontrato il gusto degli organizzatori. Io sono un uomo mite e non ho intenzione di fare polemica, sopratutto con menti medievali». Sembrerebbe infatti che alcuni “sponsor” dell’evento avessero chiesto chiaramente che non comparisse un quadro di Paternesi del ciclo sulla Divina Commedia, intitolato “Indovina la Commedia”. Il quadro, peraltro già esposto, raffigura dei politici, uno dei quali indossa la fascia da sindaco.

Il canto dantesco a cui è ispirato è quello sulla corruzione, “Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e com'è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.” Parole dette da un avo di Dante, Cacciaguida.

A chiedere l’esclusione del quadro che raffigura la corruzione in politica, con tanto di passaggio di bustarelle, sarebbe stata la Proloco e la stessa direzione del complesso della Quercia. «Di fronte a questa richiesta - spiega ancora Sanna - abbiamo deciso di annullare l’evento. Non è possibile pensare che qualcuno possa censurare l’arte. Tra l’altro quel quadro raffigura la corruzione in quanto tale in ambito politico, amministrativo. E’ spalmabili su tutti i livelli». E se è vero, come diceva Giulio Andreotti, che a parlar male si fa peccato ma spesso ci si indovina, qualcuno deve averci visto il ritratto di qualcun altro. Magari di conosciuto.

«Non potevamo far altro che annullare tutto - dice ancora Sanna - ma questo non vuol dire che ci fermeremo. Abbiamo altre iniziative in programma e tra l’altro, l’opera del mastro è anche pubblicata sul catalogo della mostra». L’iniziativa avrebbe dovuto occupare gli spazi del complesso monumentale di Santa Maria della Quercia fino al 29 maggio prossimo.

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