Tutankhamon ovvero dei grandi numeri. Dal giorno della riapertura, con nuovo allestimento, nell'ex aula di Corte d'assise (23 novembre) ha collezionato quasi 5mila accessi che, sommati agli accessi registrati a palazzo dei Papi (dal primo luglio al 23 novembre) si sfiora in totale quota 40mila. «E ritengo - annota Barelli incrociando le dita - che alla chiusura del 6 gennaio totalizzeremo oltre 50mila presenze».
Caffeina e la Società italiana di beneficenza non si aspettavano che la mostra, dopo il boom estivo, conservasse potere di attrazione anche in autunno. E invece la scommessa di prorogarla fino alla Befana, col beneplacito del ministero delle Antichità egiziane che già l'aveva promessa al Canada, si è rilevata vincente.
«Pur in un momento critico - confessa Barelli - a livello internazionale, la mostra consente di mantenere annodato il filo del dialogo tra due importanti Paesi del Mediterraneo utilizzando gli strumenti della cultura». Strumenti che il pubblico di Tutankhamon, composto soprattutto da famiglie, ha saputo cogliere in pieno. Una riprova è fornita dalla vendita di gadget (esauriti) e delle pubblicazioni a disposizione nel bookshop, letteralmente "saccheggiate" da bambini e ragazzi, felici di portare a casa pagine riccamente illustrate che raccontano la storia della civiltà egiziana e le vicende legate alla scoperta della tomba regale, pressoché intatta, nel 1922 dall'archeologo inglese Howard Carter.
«La voglio andare a vedere nella Valle dei Re», ha detto una bambina al padre l'altra sera. Un desiderio che con un pizzico di fortuna potrebbe essere esaudito. «E' vero. Eyptair - annuncia Barelli - ha messo in palio due biglietti per una meta in Egitto a scelta del vincitore. L'estrazione è fissata al 6 gennaio».
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