A Viterbo la “moria" dei dipendenti comunali: sono al minimo storico. Sale la protesta

A Viterbo la “moria" dei dipendenti comunali: sono al minimo storico. Sale la protesta
di Regina Villa
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Mercoledì 9 Ottobre 2019, 13:50 - Ultimo aggiornamento: 16:26
Riunione proficua ma non abbastanza da sotterrare l'ascia della protesta. Anche perché il personale in Comune ha raggiunto il minimo storico: circa 230 dipendenti. È la sintesi fatta dal Diccap-Sulpl dell'incontro richiesto dal sindaco Giovanni Arena e dall'assessore di settore, Claudio Ubertini per discutere con i sindacati del nodo polizia locale.


«Finalmente hanno capito che le problematiche sono serie e vanno affrontate. Ma a questa presa d'atto al momento non fanno seguito soluzioni tali da invertire la situazione. Ed è per questo che, per quanto ci riguarda, lo stato di agitazione rimane», commenta Ivo Aquilani, responsabile provinciale della sigla. Luci e ombre emerse dal rendez-vous. Le prime riguardano l'impegno del comandante Mauro Vinciotti a rioganizzare gli uffici, dove possibile, per alleggerire di mansioni la Municipale. Gli esempi avanzati sono quelli della segnaletica fissa e dei permessi da affidare agli amministrativi. Per il resto, rimane aperta la più grande ferita, quella della carenza di personale.

Le 10 unità di agenti che, tra mobilità e concorso, entreranno in organico - il sindaco ha assicurato entro fine gennaio - non cambieranno alcunché negli attuali equilibri, essendo assorbite dai prossimi pensionamenti. «Almeno abbiamo chiesto di liberare risorse umane per i servizi su strada e concederci un po' di ossigeno», ribadisce Aquilani. Non va meglio sul fronte degli ufficiali: uno è andato in pensione, un altro si trasferirà a Tuscania e in via Monte Cervino ne rimarrà uno solo. Altre riunioni seguiranno nelle prossime settimane.

Intanto, la mattinata in Comune si era aperta con un'assemblea del personale. Sul tavolo il nodo delle progressioni orizzontali ferme dal 2006 e della produttività non liquidata da un anno: mancano, infatti, le schede di valutazione che dovrebbero compilare i dirigenti. Ma molti sono andati in pensione o sono stati trasferiti in altri enti, quindi non tutti sono disponibili a redigerle. «Ora il nucleo di valutazione non ha nulla da valutare», si schernisce Aquilani.
 
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