A spasso nella Tuscia alla scoperta di are delle Regine e necropoli etrusche immerse nei parchi

Museo Vitelleschi di Tarquinia: i Cavalli Alati
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Venerdì 22 Aprile 2022, 06:35

Lunedì 25 aprile, festa delle Liberazione, le escursioni sono all’insegna degli etruschi.

Con Antico Presente si va Tarquinia (la cui necropoli di tombe dipinte è stata dichiarata patrimonio dell’umanità Unesco nel 2004) alla scoperta della Regina del mare e del più grande tempio etrusco. Il luogo: la grandiosa acropoli (Pian della Civita, a 6 km dal mare) alla cui sommità «si ergono le imponenti rovine – spiega la guida turistica Sabrina Moscatelli, info 339-5718135 - del più grande tempio etrusco fino ad oggi conosciuto, noto con il nome di “Ara della Regina”.

Utilizzato per la celebrazione di riti e preghiere, è ritenuto il luogo dell’apparizione miracolosa del divino Tagete, al quale la tradizione attribuisce la rivelazione dell’aruspicina, la religione etrusca, a Tarconte, l’eroe fondatore della città. Significativi rinvenimenti inglobati nella struttura testimoniano l’importanza del luogo e la volontà di perpetuare la memoria degli antichi culti. Alla sua base fu rinvenuto nel 1938 l’altorilievo in terracotta dei Cavalli Alati, conservato al Museo di Palazzo Vitelleschi».

Dalla citta dei vivi si passa, insieme alla guida turistica Elisa (info: 328-0166513), alla città dei morti ovvero una delle più suggestive necropoli dell’Etruria meridionale: Barbarano Romano, cuore del Parco Marturanum. «Un’area protetta – rivela Elisa - costituita da due ambienti naturali nettamente distinti: quello tipico delle valli fluviali, dette anche forre, scavate nel tufo dai torrenti e quello collinare, in parte ricoperto da boschi di querce e pascoli.

Tra i luoghi più ricchi di vita presenti all’interno del parco, troviamo i corsi d’acqua che ospitano una grande quantità di anfibi in particolare è segnalata la presenza dell’ululone dal ventre giallo».

I mirabilia naturalistici fanno il paio con varie tipologie di Tombe etrusche, quali quella Regina e la tombe del Cervo (simbolo della riserva) in Località Caiolo. Nell’altura tufacea sorge l’abitato di San Giuliano, con la piccola chiesa medievale omonima.

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