Viterbo, a salvare la Loggia del Palazzo dei Papi ci pensa la Regione

Il vescovo Fumagalli con Leodori e Panunzi
di Massimo Chiaravalli
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Domenica 14 Giugno 2020, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 15:41
C'è solo la Regione Lazio. Con 300 mila euro cash, più una seconda tranche da almeno 200 mila il prossimo anno. E così il salvataggio della loggia del palazzo dei Papi quello del primo conclave: il termine clausi cum clave è nato qui è in cassaforte. A certificarlo con la firma di un protocollo d'intesa sono stati il vice presidente Daniele Leodori e il vescovo Lino Fumagalli. Un traguardo raggiunto tramite il consigliere regionale Enrico Panunzi.
La firma è stata messa ieri nella sala di quel conclave, partito nel 1268 e concluso 1006 giorni dopo. E a proposito, il vescovo ha un sogno: riportare tutto come era allora, ricostruendo la loggia analoga che si trovava nella parte opposta della terrazza. Nota stonata: sul simbolo della città non c'è un euro del Comune, che aveva bocciato un emendamento da 25 mila proposto dal dem Alvaro Ricci.
RINGRAZIAMENTI
Il vescovo ha riconosciuto alla Regione prontezza nella risposta. «Ha subito manifestato un interesse per tutelare il monumento ha detto - impedendo che degradasse ulteriormente. Il piano di restauro porterà in luce alcuni particolari significativi. La loggia era pitturata: si vedono dei colori rosso e verde. Grazie per l'attenzione che sempre mostra per il nostro territorio».
PERCORSO
Viterbo è sinonimo di palazzo papale e Santa Rosa: Leodori li ha messi in relazione così. «E' un punto di partenza per una collaborazione sempre più stretta, per fare nostro quel motto tipico viterbese: semo tutti de 'n sentimento. Oggi, raccogliendo l'appello del vescovo e del consigliere Panunzi, come Regione interveniamo su una delle due cose caratteristiche. Siamo qui per iniziare un percorso». L'impegno è di accompagnare la Curia, oltre che nella messa in sicurezza, anche nel restauro conservativo della loggia, visitata lo scorso anno da 40 mila persone. Su questo c'è la sponda di Panunzi. «Siamo venuti qui il 23 dicembre - ha sottolineato il consigliere - e abbiamo avviato un percorso con la Curia. La città deve ringraziare il vescovo per la cura di questa bellezza». Quindi la seconda buona notizia: «Saremo presenti anche nell'annualità successiva. Sono uno che stima sempre al ribasso, ma per il 2021 avremo un'altra tranche e arriveremo a 500-550 mila euro complessivi». Ecco come si procederà. «Vanno staccate alcune parti per verificarne la reale consistenza e il bisogno di restauri. Il grosso del problema ha spiegato il vescovo - è che dal restauro degli anni 30, il trave messo per reggere la parte superiore della loggia non poggia su due colonne stabili».
Ulteriori protagonisti? Oltre alla Regione nessun altro ha messo un euro, mentre «per la messa in sicurezza della cattedrale ha continuato monsignor Fumagalli - sono stati stanziati fondi dal Mibac». Eppure ce ne sarebbero di cose da fare. «La cappella seicentesca dietro la chiesa è inagibile ha concluso - e c'è il rischio che il tetto, se imbarca acqua, rovini l'affresco del Romanelli. Speriamo dunque di mettere in sicurezza i tetti».
 
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